Esplosione record su giovane stella simile al Sole: è stata 10 volte più potente dei brillamenti sulla nostra stella

Rilevato un superflare seguito da un'espulsione di massa coronale che si muoveva a circa 1,8 milioni di km/h
MeteoWeb

Gli astronomi potrebbero avere rilevato per la prima volta una gigantesca esplosione generata da una stella simile al Sole, un’eruzione 10 volte più grande di qualsiasi cosa simile mai osservata sulla nostra stella.

Il nuovo studio potrebbero far luce sugli effetti che tali potenti esplosioni potrebbero aver avuto sulla Terra primordiale quando si è originata la vita, e che potrebbero avere sulla Terra moderna e sulle nostre società, hanno spiegato i ricercatori.

Il nostro Sole scatena spesso brillamenti che possono racchiudere tanta energia quanto milioni di bombe all’idrogeno che esplodono contemporaneamente. I brillamenti solari sono spesso accompagnati da giganteschi filamenti luminosi di plasma solare, che possono liberare bolle magnetiche di plasma supercaldo chiamate espulsioni di massa coronale che sfrecciano nello Spazio a milioni di km orari.

Quando le espulsioni di massa coronale colpiscono la Terra, possono danneggiare i satelliti in orbita e innescare gravi disturbi noti come tempeste geomagnetiche che possono devastare le reti elettriche. Ad esempio, nel 1989, un’espulsione di massa coronale ha generato blackout nell’intera provincia canadese del Québc in pochi secondi, danneggiando trasformatori fino al New Jersey e quasi provocando l’arresto del funzionamento delle reti elettriche statunitensi dal centro atlantico fino al Nord/Ovest del Pacifico.

Le espulsioni di massa coronale possono avere un grave impatto sulla Terra e sulla società umana,” ha affermato il coautore dello studio Yuta Notsu, astrofisico dell’Università del Colorado Boulder.

Ricerche precedenti hanno rilevato che le lontane nane gialle possono generare “superflare“, esplosioni che racchiudono 10 volte più energia rispetto ai più grandi brillamenti solari conosciuti. I superflare potrebbero teoricamente dare vita a super espulsioni di massa coronale molto più potenti di quelle prodotte dal nostro Sole, ma fino ad ora gli astronomi non avevano alcuna prova di tali fenomeni.

Le espulsioni di massa coronale sono l’aspetto più importante quando si tratta di considerare gli effetti dei superflare sui pianeti, in particolare sulla nostra Terra,” ha spiegato Notsu a Space.com.

Nel nuovo studio, i ricercatori hanno analizzato EK Draconis, una stella situata a circa 111 anni luce dalla Terra.
EK Draconis è una nana gialla come il Sole, ma è molto più giovane con solo 50-125 milioni di anni. “È come appariva il nostro Sole 4,5 miliardi di anni fa,” ha affermato Notsu.

Uno studio precedente ha scoperto che EK Draconis generava spesso brillamenti, il che suggeriva che gli astronomi che la monitoravano potevano essere fortunati nella caccia ai superflare e alle super espulsioni di massa coronale. Nella nuova indagine, gli scienziati hanno osservato EK Draconis da Gennaio ad Aprile 2020 utilizzando il Transiting Exoplanet Survey Satellite della NASA, il telescopio Seimei dell’Università di Kyoto e il telescopio Nayuta dell’Osservatorio Astronomico Nishi-Harima.

Il 5 Aprile 2020 l’intuizione del team ha dato i suoi frutti: gli scienziati hanno rilevato un superflare che è stato seguito circa 30 minuti dopo da quella che sembrava essere un’espulsione di massa coronale che si muoveva a circa 1,8 milioni di km/h. Hanno stimato che la massa fosse 10 volte maggiore di quella della più grande espulsione di massa coronale solare conosciuta.
Questa è la prima rilevazione di una possibile espulsione di massa coronale da una stella di tipo solare,” ha dichiarato Notsu a Space.com.

Notsu ha evidenziato che il team è stato in grado di catturare solo la fase iniziale dell’espulsione di massa coronale, quindi non è chiaro se sia ricaduta sulla stella o sia stata espulsa nello Spazio. Future ricerche potrebbero impiegare una serie di telescopi per studiare le fasi successive delle espulsioni di massa coronale attorno ad altre stelle, ha affermato.

Questi risultati suggeriscono che anche il giovane Sole potrebbe anche avere generato gigantesche espulsioni di massa coronale che a loro volta potrebbero avere influenzato la Terra primordiale. “In altre parole, le espulsioni di massa coronale possono essere fortemente correlate con l’ambiente in cui è nata la vita,” ha detto Notsu a Space.com.

Notsu ha sottolineato che i superflare sul nostro Sole sembrano rari. Tuttavia, i dati provenienti dagli anelli degli alberi e da altre fonti suggeriscono che la nostra stella potrebbe aver colpito la Terra con superflare più volte negli ultimi 10.000 anni.
Le discussioni sulle possibilità e gli effetti dei superflare e delle super espulsioni di massa coronale sulla nostra società sono importanti,” ha affermato Notsu.

I dettagli della scoperta sono stati pubblicati su Nature Astronomy.

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