I sindaci chiedono il Green Pass anche per gli alunni, ma i presidi bocciano la proposta. Per ora

Un gruppo di circa cento sindaci, su iniziativa del presidente dell'associazione di sindaci di centrosinistra e civici, ha chiesto il green pass per gli studenti
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Nella fascia di età 0-9 anni l’incidenza dei casi Covid è passata da 275 a 317 casi per 100mila. Sommando a questo l’avvento della variante Omicron e temendo un più frequente ricorso alla didattica a distanza dopo le feste, i sindaci hanno proposto l’obbligo di Green pass anche per gli studenti, dalle elementari alle superiori, in una lettera-appello a premier Draghi e ai ministri Speranza e Bianchi, come “ulteriore misura restrittiva per preservare un istituto fondamentale per bambini, ragazzi, famiglie e lavoratori“.

La proposta è stata per ora “bocciata” dai presidi, per i quali sarebbe a rischio il diritto allo studio. La proposta, dunque, è stata definita “irricevibile” dal sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso, della Lega. “Considerando l’andamento dell’epidemia” e che il diritto all’istruzione “è un bene primario per il nostro Paese“, un gruppo di circa cento sindaci, su iniziativa di Matteo Ricci, primo cittadino di Pesaro e presidente di Ali, l’associazione di sindaci di centrosinistra e civici, si sono rivolti al governo chiedendo di “introdurre subito il Green Pass per salvare la scuola in presenza. C’è il rischio concreto, visto l’aumento dei contagi, che da gennaio tutte le scuole italiane vadano in dad. Non possiamo permetterlo“, scrivono nell’appello sottoscritto anche da Roberto Gualtieri, sindaco di Roma, Giuseppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Nardella (Firenze), Matteo Lepore (Bologna), Stefano Lo Russo (Torino), Leoluca Orlando (Palermo).

Con il Green Pass nelle scuole – secondo i sindaci -, prevedendo come per le altre categorie vaccino o tampone, preserveremmo la scuola in presenza e con essa un diritto costituzionale, quello dello studio e dell’istruzione. Se non agiamo subito introducendo il Green Pass rischiamo di ritrovarci con le scuole chiuse a breve, con la didattica a distanza indistintamente per tutti i ragazzi“.

Nella popolazione in età scolare, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, l’incidenza si mantiene “elevata, specialmente nella fascia di età 6-11, dove si osserva all’incirca il 50% dei casi diagnosticati nella popolazione 0-19“. E’ la fascia d’età dove al momento la circolazione del virus è più elevata, e anche se il ritmo delle vaccinazioni è sostenuto (ai bambini tra i 5 e gli 11 anni in due giorni sono state somministrate in totale 28.909 dosi) la campagna è appena alle battute iniziali. “Comprendiamo la preoccupazione di chi si trova a dover fronteggiare la quarta ondata“, dice il presidente dell’associazione dei presidi, Antonello Giannelli, “d’altra parte la scuola necessita di una estrema e doverosa gradualità nell’introduzione di misure che potrebbero comportare una compressione del diritto all’istruzione, pur se determinate da ragione di salute collettiva“.

Attendiamo ancora di vedere gli esiti dell’intervento delle forze messe in campo dal generale Figliuolo“, dice ancora Giannelli, che si aspettava una rapida inversione di tendenza in termini di efficienza delle Asl e di efficacia alla campagna di testing e tracing, invece, “come testimoniano i colleghi sul campo, al momento non sembrano esserci significative novita’ in questo senso. I problemi rimangono lo stesso“. “Sono altre le rivendicazioni da portare avanti“, dice anche il sottosegretario Sasso, che si scaglia contro la proposta dei sindaci: “chiedere al ministero della Salute di potenziare i tracciamenti, al generale Figliuolo i rinforzi militari per le strutture sanitarie sul territorio, al Mef e al governo tutto ulteriori 300 milioni di euro per gli impianti di aerazione nelle nostre scuole, dopo i primi 150 stanziati ad aprile”.

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