Poiché gli esseri umani si sono diffusi in tutto il mondo, le malattie infettive hanno fatto altrettanto nel corso della storia. Anche nell’era moderna, le epidemie sono quasi costanti, sebbene non tutte le epidemie raggiungano il livello di pandemia come ha fatto il Covid.
Le malattie hanno afflitto l’umanità fin dai primi giorni. Tuttavia, è stato il marcato passaggio alle comunità agricole che ha favorito il drastico aumento della portata e della diffusione di queste malattie. Il commercio diffuso ha creato nuove opportunità per le interazioni uomo-animale, che hanno accelerato tali epidemie. La malaria, la tubercolosi, la lebbra, l’influenza, il vaiolo e altri apparvero per la prima volta durante questi primi anni. Più gli esseri umani diventavano civilizzati – con città più grandi, rotte commerciali più esotiche e un maggiore contatto con diverse popolazioni di persone, animali ed ecosistemi – più diventata probabile l’insorgenza di una pandemia.
In molte società antiche, le persone credevano che gli spiriti e gli dei infliggessero malattie e distruzione a coloro che meritavano la loro ira. Questa percezione non scientifica spesso ha portato a risposte disastrose che hanno provocato la morte di migliaia, se non milioni, di persone. Nel caso della peste di Giustiniano, lo storico bizantino Procopio di Cesarea fece risalire le origini della peste (il batterio Yersinia pestis) alla Cina e all’India nord-orientale, attraverso rotte commerciali terrestri e marittime fino all’Egitto, dove entrò nell’Impero bizantino attraverso i porti del Mediterraneo. Nonostante la sua apparente conoscenza del ruolo svolto dalla geografia e dal commercio in questa diffusione, Procopio diede la colpa dell’epidemia all’imperatore Giustiniano, dichiarandolo un diavolo o invocando la punizione di Dio. Alcuni storici hanno scoperto che questo evento avrebbe potuto vanificare gli sforzi dell’imperatore Giustiniano di riunire i resti occidentali e orientali dell’Impero Romano e segnò l’inizio del Medioevo.
Le crescenti connessioni e interazioni globali rappresentano la forza trainante dietro le pandemie. Dalle piccole tribù di caccia alle metropoli, la dipendenza dell’umanità gli uni dagli altri ha anche innescato opportunità di diffusione delle malattie. L’urbanizzazione nei Paesi in via di sviluppo sta portando sempre più residenti rurali in quartieri più densi, mentre l’aumento della popolazione sta esercitando una maggiore pressione sull’ambiente. Allo stesso tempo, il traffico aereo passeggeri è quasi raddoppiato nell’ultimo decennio. Queste macro tendenze stanno avendo un profondo impatto sulla diffusione delle malattie infettive.
Nonostante la persistenza di malattie e pandemie nel corso della storia, c’è una tendenza costante nel tempo: una graduale riduzione del tasso di mortalità. I miglioramenti dell’assistenza sanitaria e la comprensione dei fattori alla base delle pandemie sono stati strumenti potenti per mitigarne l’impatto. In questo articolo, parleremo di alcune delle pandemie più mortali della storia, dalla Peste Antonina all’attuale Covid.
Tra le pandemie più mortali della storia, va annoverata la Peste Antonina (anni 165-180), che ha provocato 5 milioni di morti. Poi c’è stata la Peste di Giustiniano (541-542) che provocò un bilancio di 30-50 milioni di morti. Negli anni 735-737, un’epidemia di vaiolo in Giappone fu responsabile della morte di un milione di persone. Tra il 1347 e il 1351, la Peste Bubbonica o Peste Nera, che ebbe origine dai topi e si diffuse all’uomo attraverso pulci infette, uccise 200 milioni di persone, mentre il vaiolo nel 1520 fece 56 milioni di vittime. Nel corso del XVII e XVIII secolo, una serie di grandi piaghe colpì periodicamente le città europee: nel XVII secolo, si contarono 3 milioni di morti, mentre nel XVIII secolo furono 600.000.
Nel 1855, la Terza Peste provocò 12 milioni di morti, mentre alla fine del 1800, la Febbre Gialla provocò tra i 100.000 e i 150.000 morti.
Passando a tempi più recenti, tra 1918 e 1919, la Spagnola causò 40-50 milioni di vittime quando la popolazione mondiale era di 1,82 miliardi di persone, uccidendo quindi il 2,5% della popolazione.
La Peste Nera, invece, avvenne quando il mondo era popolato da 390 milioni di persone: con un bilancio stimato in 200 milioni di morti, uccise oltre il 51% della popolazione. La Peste Nera uccise tra il 30 e il 50% della popolazione europea: servirono oltre 200 anni per il recupero della popolazione del continente. Nel 1500, il vaiolo uccise 56 milioni di persone su una popolazione di 460 milioni (il 12,1%).
Il Covid fino al 21 dicembre 2021 ha ucciso 5,3 milioni di persone che rappresentano lo 0,06% del totale di 7,9 miliardi della popolazione mondiale.
Da questi dati, emerge chiaramente quanto la pandemia di Covid sia infinitamente più “piccola” rispetto ad altre epidemie/pandemie del passato, in termini di mortalità, come ben evidenziato in questa bellissima infografica realizzata da Visual Capitalist.