Covid, esperti: “non cediamo alla paura, Omicron ha un tasso di letalità di 0,26% nei non vaccinati”

Covid, l'appello lanciato dalla pagina Facebook "Pillole di ottimismo": "non cediamo alla paura di fronte ai dati"
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Torniamo ancora una volta sulla necessità di non cedere alla paura di fronte ai dati che in queste ore testimoniano la presenza di una elevata circolazione del virus sul nostro territorio, con una prevalenza crescente della variante Omicron“: è l’appello è stato lanciato dalla pagina FacebookPillole di ottimismo” (Pdo), amministrata dagli scienziati Guido Silvestri e Chiara Barbieri Ardigò e che riunisce diversi esperti fra cui medici, virologi, epidemiologi.
Ribadiamo con forza e per punti alcune evidenze scientificamente ormai appurate:
I vaccinati a ciclo completo hanno una probabilità significativamente inferiore di risultare positivi al virus e, anche quando risultano positivi, lo restano per un tempo inferiore ai non vaccinati, mostrano meno sintomi dei non vaccinati, risultano molto ben protetti dalla malattia grave e hanno una probabilità molto inferiore di finire in terapia intensiva e di morire. Tutte queste evidenze restano quindi valide anche contro la variante Omicron. Oggi rispetto ad un anno fa si contano un sesto dei morti, un quarto dei ricoveri in terapia intensiva ed Omicron, al momento, ha una ​​letalità – ossia la proporzione di decessi che si verificano in una popolazione infetta – di 0.26% in una popolazione di non-vaccinati (le altre varianti in Sudafrica si attestavano tra 2.5% e 4%).
La vaccinazione di richiamo (booster) innalza l’efficacia anche contro la variante Omicron ad oltre il 90%, e quindi a livelli paragonabili a quelli studiati in sede di approvazione dei vaccini contro il virus “originale” ;
I tamponi rapidi antigenici non sono stati validati (dimostrati utili allo scopo previsto) per ricercare il virus in assenza di sintomi. Si stima che la loro sensibilità (capacità di trovare un positivo quando il soggetto è realmente infetto) non superi di molto il 50%. Il che li rende inutili se utilizzati come metodo di screening sulla popolazione generale;
Più una variante del virus si trasmette efficacemente, più la copertura vaccinale deve essere alta nella popolazione dei soggetti suscettibili per vedere effetti anche sulla riduzione della circolazione del virus, oltre che nella protezione dei soggetti vaccinati dalla malattia grave e dalla morte“.
Per queste ragioni, evidenziano gli scienziati, “le misure maggiormente efficaci da adottare nei prossimi mesi devono riguardare principalmente la necessità di implementare le vaccinazioni, mantenendo ragionevoli misure di prevenzione dell’infezione e dunque:
Occorre incrementare la disponibilità di terze dosi, di dosi di richiamo per la popolazione generale e di dosi complete per fragili e immunodepressi.
Occorre estendere la possibilità di prenotare la dose di vaccino, anche organizzando open day senza necessità di prenotazione
Occorre valutare di diminuire la durata del green pass rafforzato, ma solo per coloro che hanno fatto due dosi di vaccino, e non per chi ha già ottenuto la dose di richiamo;
Occorre estendere l’obbligo di vaccinazione ad ulteriori categorie professionali, ad esempio coloro che lavorano alla presenza del pubblico, o più semplicemente per tutte le categorie ATECO che sono inserite nei lavori essenziali.
Occorre incentivare con fiducia e convinzione la vaccinazione nei bambini di 5 – 11 anni, continuando a promuoverla con corretta informazione e tramite i Pediatri di Libera Scelta“.
Ricordiamo, concludono gli studiosi, “che è ancora necessario mantenere le corrette indicazioni rispetto all’utilizzo della mascherina, alla frequente igienizzazione delle mani e all’importanza di areare – e se possibile ricambiare – l’aria degli ambienti chiusi in cui soggiornano più persone contemporaneamente.
È invece inutile e privo di fondamenti scientifici, oltre che dannoso per la credibilità della campagna vaccinale, imporre restrizioni alla vita dei soggetti vaccinati, soprattutto a ciclo completo con dose di richiamo effettuata, come ad esempio richiedere un tampone antigenico (che non è mai stato utile a questo scopo) per accedere a eventi al chiuso come cinema, teatri, palazzetti dello sport e men che meno stadio o concerti all’aperto. Il rischio di inviare messaggi comunicativi paradossali alle persone (ciclo vaccinale completato e obbligo del tampone per la partecipazione ad eventi) andrebbe attentamente soppesato per evitare di fornire qualsivoglia appiglio alle derive novax.
Infine, ribadiamo ancora una volta l’inutilità dell’obbligo di mascherina all’aperto ovunque e comunque, incentivandone viceversa l’utilizzo, con messaggi comunicativi e formativi adeguati, nelle situazioni di reale assembramento tra persone in stretto e prolungato contatto“.

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