“In netto contrasto con l’Artico, ci sono state tendenze positive statisticamente significative nell’estensione totale del ghiaccio marino antartico dal 1979, nonostante un improvviso calo del ghiaccio marino nel 2016 e l’aumento delle concentrazioni di gas serra”, si legge in uno studio condotto dagli esperti dell’Ohio University e dell’University of California, pubblicato in pre-print.
“L’attribuzione delle tendenze del ghiaccio marino antartico è complicata dal fatto che la maggior parte dei modelli climatici mostra tendenze negative nell’estensione del ghiaccio marino dal 1979, contrariamente a quanto osservato. Inoltre, il breve record dell’estensione del ghiaccio marino (a partire dal 1979), unito all’elevato grado di variabilità interannuale, rende il record troppo breve per comprendere appieno il contesto storico di questi recenti cambiamenti”, scrivono i ricercatori nello studio, in cui hanno dimostrato, “utilizzando nuove robuste ricostruzioni basate sull’osservazione, che questi recenti aumenti osservati nell’estensione del ghiaccio marino antartico sono unici nel contesto del XX secolo e che le tendenze osservate sono giustapposte a diminuzioni statisticamente significative nell’estensione del ghiaccio marino per buona parte dell’inizio e della metà del XX secolo”.
Lo studio propone un’analisi delle ricostruzioni dell’estensione del ghiaccio marino antartico fino al 1905. Queste ricostruzioni si basano sulle forti relazioni che il ghiaccio marino condivide con il clima delle medie latitudini (pressione e temperatura) e il ruolo che i modi di variabilità atmosferica su larga scala giocano nell’influenzare l’estensione del ghiaccio marino antartico.
“Le nostre ricostruzioni evidenziano la grande variabilità interannuale osservata nelle estensioni del ghiaccio marino antartico durante l’inizio del XX secolo, con un pronunciato cambiamento di regime verificatosi a metà del XX secolo. Questo cambiamento di regime è caratterizzato da cambiamenti nelle tendenze dell’estensione totale del ghiaccio marino antartico, dalle diminuzioni dell’estensione stagionale totale del ghiaccio marino antartico dall’inizio alla metà del XX secolo, agli aumenti dell’estensione del ghiaccio marino antartico visti nelle osservazioni prima del 2016. Tali notevoli cambiamenti continuano ad evidenziare l’importanza di avere registrazioni più lunghe del clima antartico per comprendere appieno la gamma della variabilità storica e la necessità di recuperare i dati storici per scoprire registrazioni ancora inedite del clima antartico per aiutare a collocare i cambiamenti recenti in un contesto più lungo”, evidenziano i ricercatori.
“Queste ricostruzioni sono le prime a fornire stime affidabili dell’estensione totale del ghiaccio marino che circonda il continente; le precedenti ricostruzioni basate su proxy sono limitate. È importante sottolineare che le ricostruzioni continuano a mostrare l’alto grado di variabilità interannuale dell’estensione del ghiaccio marino antartico che è contrassegnato da frequenti cambiamenti improvvisi, come osservato nel 2016, che sottolineano l’importanza di un contesto storico più lungo nella valutazione e nell’attribuzione delle tendenze osservate nel clima antartico. Le nostre ricostruzioni possono essere utilizzate nei modelli climatici per consentire una migliore comprensione della natura interconnessa del sistema climatico antartico e per migliorare le previsioni sul futuro stato del clima antartico”, concludono i ricercatori.