“Moderna ha eseguito di recente uno studio di genotossicità sul suo vaccino anti-Covid. Il punto che non torna è che dalle prove di genotossicità, Moderna stessa dice che esiste un’azione debole di genotossicità. Quindi vuol dire che l’azione di genotossicità è possibile”, ha affermato l’endocrinologo Giovanni Frajese (Università di Roma Foro Italico) nella puntata di “Non è l’Arena” del 13 gennaio, spiegando che genotossicità significa “possibilità di cancro”. “Prima di dare questi vaccini soprattutto ai bambini e agli adolescenti, con il rischio che ci sia questo tipo di problematica, io credo sia responsabilità dell’AIFA, dell’EMA e del governo fare i test che sono necessari per renderci tutti più tranquilli”, ha affermato Frajese.
“La genotossicità è un’azione che può determinare variazioni nel DNA che possono poi avere conseguenze successive, come il cancro e non solo”, ha aggiunto il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario IRCCS Galeazzi di Milano. “Però fra quanti anni, eventuali studi di questo genere potrebbero darci risultati definitivi? Sono elementi che vanno approfonditi ma non con questa enfatizzazione delle negatività potenziali e possibili rispetto ad un’efficacia dimostrata”, ha detto Pregliasco.
Di fronte a queste parole, la parlamentare Francesca Donato ha posto la seguente domanda: “il principio di precauzione non vale più? È un principio fondamentale della scienza; non nuocere”. La risposta di Pregliasco è stata: “qualsiasi farmaco, qualsiasi vaccino subisce poi via via una valutazione nel tempo però è chiaro che l’esigenza di andare sempre di più ad approfondire c’è”. Se dovessimo aspettare la conclusione di tali studi, “non useremmo mai più nessun farmaco, nessun vaccino prima di 20-30 anni”.