Una ricerca pubblicata su Nature Genetics, condotta dagli scienziati dell’Albert Einstein College of Medicine, ha individuato la componente genetica legata al rischio di uno dei sintomi più comuni di SARS-CoV-2: UGT2A1/UGT2A2 è stata associata a un aumento dell’11% della possibilità di sviluppare la perdita di gusto e olfatto a seguito dell’infezione.
Il team, guidato da Adam Auton, ha esaminato i dati raccolti grazie a un sondaggio che ha coinvolto 69.841 persone (63% femmine; 37% maschi) di età superiore ai 18 anni, residenti negli Stati Uniti o nel Regno Unito.
Si è scoperto che un insieme di varianti situate vicino ai due geni UGT2A1 e UGT2A2 era legato a una probabilità dell’11% più elevata di sperimentare perdita dell’olfatto o del gusto in relazione all’infezione. I due geni codificano per enzimi che sono espressi nelle cellule che rivestono l’interno del naso e sono coinvolti nell’eliminazione degli odori.
La scoperta – hanno spiegato i ricercatori – fornisce indizi sui meccanismi biologici alla base dei due sintomi più noti e comuni, ma – è stato precisato – nonostante il campione di grandi dimensioni, il 63% della coorte era costituito da individui femminili e gran parte dei soggetti era di origine europea, per cui sarà necessario proseguire le indagini e approfondire le differenze individuali. Allo stesso tempo, hanno concluso gli esperti, sarà in seguito necessario distinguere tra perdita del gusto e dell’olfatto, che in questo studio sono stati accorpati.
Covid: scoperto fattore di rischio genetico legato alla perdita di gusto e olfatto
La scoperta fornisce indizi sui meccanismi biologici alla base dei due sintomi più noti e comuni
