Tonga: dopo la violenta eruzione il vulcano è sparito, la cenere blocca i soccorsi [FOTO]

I timori di una possibile crisi umanitaria a Tonga stanno crescendo dopo la massiccia eruzione
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    L'isola formata dall'attività vulcanica del vulcano sottomarino è praticamente scomparsa. La foto a sinistra è stata scattata a Dicembre 2021 mentre quella a destra è stata scattata il 16 Gennaio. Credit UNOSAT
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Il vulcano Hunga Tonga-Hunga Haʻapai, la cui violenta eruzione sabato scorso ha generato uno tsunami che ha raggiunto le coste dell’intero Oceano Pacifico, è praticamente scomparso dopo l’esplosione, una delle più potenti degli ultimi 3 decenni.
Le immagini scattate dal Centro satellitare delle Nazioni Unite (UNOSAT) mostrano che del vulcano rimangono solo due piccole porzioni di terra sopra il livello del mare: in precedenza queste due porzioni, parte del cono del vulcano sottomarino, erano molto più grandi e collegate da una lingua di terra che si allargava fino a 1,2 km.

I timori di una possibile crisi umanitaria a Tonga stanno crescendo dopo la massiccia eruzione.
La Nuova Zelanda sta inviando aiuti a Tonga, ma la cenere sulla pista principale dell’aeroporto della capitale impedisce l’atterraggio degli aerei di soccorso. Saranno necessari giorni prima che le navi militari con rifornimenti raggiungano le isole, secondo le autorità neozelandesi.
Il Ministro degli Esteri neozelandese Nanaia Mahuta ha affermato che “l’acqua è tra le massime priorità per Tonga in questa fase“.
Le agenzie umanitarie hanno spiegato che è probabile che la polvere vulcanica e lo tsunami abbiano contaminato le riserve idriche di Tonga.
Un aereo C-130 Hercules è in attesa di volare a Nuku’alofa, la capitale di Tonga, per portare aiuti umanitari, generatori e kit igienici, “tuttavia, le immagini mostrano cenere sulla pista dell’aeroporto di Nuku’alofa che deve essere ripulita prima che (l’aereo) possa atterrare,” ha aggiunto il Ministro.

L’Alto Commissario ad interim della Nuova Zelanda a Tonga, Peter Lund, ha affermato che il governo locale ha dichiarato lo stato d’emergenza e che l’entità della distruzione sta iniziando a venire alla luce.

La Nuova Zelanda e l’Australia hanno condotto voli di sorveglianza per valutare i danni. Almeno due persone risultano decedute, mentre non si conosce ancora il numero dei feriti.

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