Le perplessità sono molte, ma recenti ricerche sembrano nel concordare che sia esistito un continente dimenticato, nell’area che oggi copre i Balcani e l’Anatolia. A scoprirlo è stato un team di paleontologi e geologi francesi, americani e turchi guidati da ricercatori del CNRS Delegazione Parigi Michelangelo. La scoperta cambia la mappa finora conosciuta delle colonizzazioni e delle migrazioni delle specie esistenti 50 milioni di anni fa. Il continente in questione, ribattezzato Balkanatolia, era anticamente popolato da una fauna molto particolare.
Secondo gli scienziati, sarebbe stato proprio questo continente ad aver permesso ai mammiferi dell’Asia di colonizzare l’Europa 34 milioni di anni fa. I risultati sono stati pubblicati Earth Science Reviews. Per milioni di anni durante l’Eocene (55-34 milioni di anni fa), l’Europa occidentale e l’Asia orientale formarono due masse continentali distinte con faune di mammiferi molto diverse: le foreste europee ospitavano una fauna endemica con, ad esempio, paleothera (un gruppo estinto lontanamente imparentato con i cavalli odierni, ma più simile ai nostri tapiri), mentre l’Asia era popolata da faune più cosmopolite comprese le famiglie di mammiferi che si trovano oggi in questi due continenti. Sappiamo che circa 34 milioni di anni fa, l’Europa occidentale fu colonizzata da specie asiatiche, portando ad un importante rinnovamento della fauna vertebrata e all’estinzione dei suoi mammiferi endemici: un evento brutale chiamato “Big cut“.
A stupire i ricercatori è stato il fatto che i fossili trovati nei Balcani indicano la presenza di mammiferi asiatici nell’Europa meridionale molto prima del Grande Spartiacque, suggerendo una precedente colonizzazione. I ricercatori del CNRS hanno dato anche una risposta a questo paradosso, prendendo in esame le precedenti scoperte paleontologiche, alcune risalenti al XIX secolo, a volte rivalutando la loro datazione alla luce dei dati geologici attuali. Questo esame rivela che per gran parte dell’Eocene, la regione corrispondente agli odierni Balcani e Anatolia era dotata di una fauna terrestre omogenea, ma distinta da quella dell’Europa e dell’Asia orientale. Questa fauna esotica includeva, tra gli altri animali, anche marsupiali con affinità sudamericane ed embritopodi (grandi mammiferi erbivori simili agli ippopotami) che erano stati precedentemente trovati in Africa.
La regione costituiva probabilmente un’unica massa continentale, separata dai continenti vicini. I ricercatori hanno anche scoperto una nuova località fossilifera in Turchia (Buyukteflek) datata da 35 a 38 milioni di anni fa, che ha visto proliferare mammiferi con affinità asiatiche, i più antichi conosciuti fino ad oggi in Anatolia. Si tratta di frammenti di mascelle appartenute ad animali somiglianti a grandi rinoceronti, i brontotheres, che si estinsero alla fine dell’Eocene.
Si tratta di informazioni che consentono di delineare la storia di questo terzo continente eurasiatico, quasi incastonato tra Europa, Africa e Asia, e chiamato “Balkanatolia“. Già presente 50 milioni di anni fa e dotato di una fauna unica, fu colonizzato 40 milioni di anni fa dai mammiferi asiatici grazie a cambiamenti geografici ancora da chiarire. 34 milioni di anni fa, fu senza dubbio la grande glaciazione responsabile della formazione della calotta glaciale antartica che, abbassando il livello del mare, unì la Balkanatolia all’Europa occidentale e diede origine alla “Grande Rottura“.
I dubbi
Solleva dubbi e perplessità da parte del mondo scientifico l’ipotesi secondo cui un continente perduto, esistito circa 40 milioni di anni fa e chiamato Balkanatolia, avrebbe fatto da ponte tra Asia ed Europa sud-occidentale quando i livelli del mare si erano abbassati, permettendo a diversi mammiferi esotici di migrare da un’area all’altra. “Un’ipotesi molto traballante, che nessun geofisico approverebbe“, ha commentato all’ANSA Fabio Speranza, direttore della sezione Roma 2 dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Circa 34 milioni di anni fa, alla fine dell’epoca chiamata Eocene, molti animali tipici dell’Europa occidentale scomparvero con l’arrivo di nuovi mammiferi dall’Asia, in un’estinzione improvvisa nota come Grande Coupure. I ricercatori del Cnrs, guidati da Alexis Licht, hanno messo in dubbio questa linea temporale, riesaminando tutti i fossili scoperti nella penisola balcanica e in Anatolia: i loro risultati indicherebbero che l’arcipelago della Balkanatolia si sarebbe ricongiunto al resto del continente tra 40 e 34 milioni di anni fa, consentendo ai mammiferi provenienti da Est di colonizzare nuovi territori tra 5 e 10 milioni di anni prima della Grande Coupure.
“La parte debole dello studio è quella relativa all’ipotetico continente“, osserva Speranza. “I continenti – prosegue – sono le parti stabili delle placche terrestri. L’area di cui si parla nello studio è in realtà la zona di sutura tra Africa ed Eurasia, cioè la catena alpina che parte dalla catena del Rif in Marocco, corre lungo il Nord Africa, attraversa l’Italia da sud a nord e prosegue poi nella penisola balcanica e oltre“. Una zona mobile quindi, che, essendo soggetta a grandi cambiamenti ed evoluzioni nel corso del tempo, è l’opposto di un rigido e indeformabile continente. “Anche mettere insieme Balcani e Turchia denota poca esperienza nel campo della paleogeografia“, conclude Speranza: “l’Anatolia si sta spostando verso la Grecia di circa 5 centimetri l’anno e questo movimento dura da almeno 20 milioni di anni, quindi nell’epoca di cui si parla si trovava in realtà molto più a Est“.