Molti Paesi europei stanno decidendo di revocare tutte (o quasi) le restrizioni imposte a causa della pandemia. Alla lista, si aggiungono anche Austria e Svizzera, “vicine” dell’Italia, che però resta a guardare, ancorata alle sue rigide limitazioni.
L’Austria revocherà quasi tutte le restrizioni il prossimo 5 marzo, fatta eccezione per l’obbligo di indossare le mascherine in alcune aree, secondo quanto annunciato oggi dal governo di Vienna. Gli orari di apertura ridotti per bar e ristoranti verranno aboliti, i locali notturni saranno autorizzati a riaprire, le restrizioni sui grandi eventi saranno revocate, ha dichiarato il cancelliere Karl Nehammer. “Non abbiamo ancora superato la pandemia“, ha avvertito, ma la situazione è migliorata, specialmente negli ospedali. Già a partire da sabato non sarà più obbligatorio esibire la prova dell’avvenuta vaccinazione o guarigione per entrare nei ristoranti, nelle palestre e partecipare ai raduni.
Stesso discorso per la Svizzera, che ha annunciato la revoca di quasi tutte le misure, mantenendo solo fino alla fine di marzo la mascherina nei trasporti pubblici e nelle strutture sanitarie e l’isolamento dei malati. Da giovedì 17 febbraio l’accesso a negozi, ristoranti, istituzioni culturali, esercizi aperti al pubblico e agli eventi è nuovamente possibile senza mascherina o certificato Covid, ha affermato in un comunicato il Consiglio federale. Sono inoltre abrogate l’uso della mascherina obbligatoria – fatta eccezione per i trasporti pubblici e le strutture sanitarie – e la raccomandazione di lavorare da casa. Vengono inoltre revocati l’obbligo di ottenere il permesso per grandi eventi, i vincoli alle riunioni private, nonché i limiti di capienza nei negozi al dettaglio e negli impianti di risalita.
Secondo le autorità federali, la situazione epidemiologica continua ad evolversi positivamente in Svizzera, e “grazie all’elevata immunità della popolazione, è improbabile un sovraccarico del sistema sanitario, nonostante una circolazione ancora significativa del virus”. “Per il Consiglio federale sono quindi soddisfatte le condizioni per una rapida normalizzazione della vita sociale ed economica“, ha affermato.