Ieri, come di consueto per ogni sabato, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il “report esteso” della “sorveglianza” sull’epidemia di Covid-19 in Italia, cioè il bollettino che è l’unica fonte ufficiale che evidenzia i contagi, i ricoveri e i decessi in base allo stato vaccinale. In base ai dati forniti nell’ultimo report, si evince che a Gennaio il 77% dei contagi, il 67% dei ricoveri e il 61% dei morti è stato tra i vaccinati.
Complessivamente, infatti, abbiamo avuto 2.750.123 contagiati, di questi soltanto 642.419 non erano vaccinati (23,3%). In ospedale abbiamo avuto 44.759 ricoverati, di questi soltanto 15.012 non erano vaccinati (33,5%); infine abbiamo avuto 8.563 morti, di questi soltanto 3.357 non erano vaccinati (39,2%).
Ovviamente il dato va rapportato al campione di popolazione di riferimento, dove abbiamo il 90% di vaccinati e il 10% di non vaccinati. E’ quindi chiaro che il rischio di contagio, ricoveri e decesso è un po’ più alto per i non vaccinati che sono il 10% dell’intera popolazione ma il 23% dei contagiati, il 33% dei ricoverati e il 39% dei deceduti. Però, proprio perché si tratta ormai di una esigua minoranza, non incide in termini significativi sul totale dei contagi, dei ricoveri e dei decessi, non rappresenta la causa del fantomatico “affollamento” ospedaliero (che in ogni caso non c’è, i tasso di occupazione dei reparti sono ovunque inferiori al 15%), non rappresenta la causa del contagio. Non c’è, insomma, la tanto annunciata “pandemia dei non vaccinati” e i non vaccinati non hanno alcuna “pericolosità pubblica” nè nei confronti del contagio, nè nei confronti dell’occupazione dei posti letto.