“L’Europa deve rendersi conto che Putin aveva pianificato non solo di prendere in ostaggio l’Ucraina, ma di eseguire il ricatto nucleare all’Europa attraverso mine e minacce per distruggere i reattori nucleari ucraini e sopra tutto quello di Chernobyl“. E’ l’allarme lanciato da Olena Motuzenco, docente di geografia dell’università nazionale di Kiev ‘Taras Shevchenko‘ e presidente della onlus ucraina ‘Nabat‘, visiting professor all’università di Macerata e a Camerino. In Ucraina ci sono quattro centrali nucleari: Zaporizhzhya, Sud-Ucraina, Rivne e Khmelnytsky e un reattore nucleare scientifico a Kharkiv; il paese è al decimo posto nel mondo per numero di reattori energetici acqua-acqua (VVer).
Secondo Motuzenco, “oggi Putin vuole trasformare la potenza dell’atomo pacifico in uno strumento di terrore e ricatto nucleare per l’Europa“. In una lunga e dettagliata mail, la docente universitaria, che da ieri ha trovato riparo in un rifugio fuori da Kiev, teme che i piani della Russia siano “molto più insidiosi della distruzione dell’Ucraina” e che “l’ingresso delle truppe russe dal territorio della Bielorussia aveva lo scopo di catturare la centrale nucleare di Chernobyl“. “L’invasione russa dell’Ucraina non è solo un’invasione, è l’inizio di una guerra contro l’unità dell’Europa, contro i diritti umani fondamentali in Europa, tutte le regole di convivenza nel continente e contro il fatto che gli stati europei rifiutano di dividere i confini con la forza“, conclude la professoressa Motuzenco.