Guerra in Ucraina: il governo prepara i piani emergenza, dichiarato lo stato di pre-allarme per il gas

Guerra in Ucraina: governo al lavoro per stilare i piani di emergenza, il Ministero della Transizione Ecologica ha dichiarato lo stato di pre-allarme per il gas
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Prosegue il lavoro tecnico del governo per preparare i piani di emergenza legati alla guerra in Ucraina, dal fronte umanitario alla cybersicurezza. Dopo le riunioni dei giorni scorsi, i ministeri si sono dati tempo nel weekend per elaborare i rispettivi piani di emergenza.

Intanto, il Ministero della Transizione Ecologica ha dichiarato lo stato di pre-allarme, primo dei tre livelli di criticità previsti dal piano di emergenza gas. I principali motivi della decisione riguardano il passaggio in Ucraina delle forniture che arrivano nel nostro Paese e l’elevata pericolosità della “minaccia“. In particolare – riferisce l’avviso pubblicato dalla Snam – c’è il fatto che gran parte delle forniture di gas naturale che arrivano in Italia passano nel territorio attualmente teatro della guerra e che “il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato, da cui derivano gli attuali piani di azione preventiva e di emergenza“. Inoltre – si ricorda – che viene “ritenuto opportuno predisporre eccezionali misure preventive volte a incentivare un riempimento dello stoccaggio anticipato rispetto alle procedure adottate in condizioni normali” e che – nonostante “la situazione delle forniture sia al momento adeguata a coprire la domanda interna” – viene ritenuto “opportuno sensibilizzare gli utenti della situazione di incertezza legata al conflitto“.

Nell’incontro coordinato ieri dal sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli – presenti Interno, Difesa, Mef, Mise, Mite, Mims, Salute, Protezione Civile, Agenzia per la cybersicurezza e servizi segreti – si e’ fatto un esame delle emergenze piu’ immediate che si possono presentare nei prossimi giorni, non solo sul fronte dell’energia ma anche della salute, legata alla gestione dei profughi, e sul fronte dei potenziali attacchi informatici. Il tavolo dovrebbe riaggiornarsi a inizio settimana martedi’ o mercoledi’, per valutare i piani che saranno definiti dalle singole strutture nel corso del weekend.

Si tratta, spiegano fonti di governo, di azioni “preventive“, per essere pronti in caso di necessita’. La prima azione da coordinare sara’ quella della Protezione Civile e della Salute, in caso si aprissero corridoi umanitari: va messa in moto non solo l’assistenza alla popolazione in loco, ai confini con l’Ucraina, ma anche la macchina dell’accoglienza in Italia, compresa la gestione dei potenziali arrivi dalle zone di conflitto dal punto di vista sanitario.

Oltre alla cybersicurezza, la questione più delicata resta quella della potenziale crisi energetica. “Ci prepariamo ma non siamo all’austerity”, sottolinea chi ha partecipato al tavolo, ricordando che il piano per la crisi energetica gia’ c’e’ e va solo valutato se servano aggiustamenti. Al lavoro c’e’ in particolare il Ministero della Transione Ecologica che sta preparando misure piu’ immediate e interventi di medio periodo, strutturali. Il primo passo sara’ quello di aumentare i quantitativi di gas da Algeria, Libia e dal gasdotto Tap, che al momento non e’ a pieno regime e avrebbe anche bisogno di lavori per aumentarne la portata. Poi bisognera’ fare un ragionamento piu’ complessivo sulle rotte di importazione del gas. L’altro tema e’ quello dell’aumento della produzione nazionale, gia’ avviato con il decreto bollette della scorsa settimana, che pero’ deve ancora essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Quanto al ricorso al carbone, per il momento si dovrebbe iniziare a riportare a pieno regime la produzione delle centrali a carbone anche operanti, a Civitavecchia e Brindisi.

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