La mega villa (segreta) di Putin ad un tiro di schioppo dall’Ucraina: il cielo sopra il palazzo di Gelendzhik è ‘no fly zone’ – FOTO

Il palazzo segreto di Putin, che si erge su tre piani, non è raggiungibile via terra; è dotato dei comfort più lussuosi ed è interamente arredato da ditte italiane
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Nei mesi scorsi l’attivista e blogger russo Alexey Navalny ha affondato un attacco frontale nei confronti di Vladimir Putin pubblicando, dalla cella nel quale è rinchiuso, un’indagine esplosiva sul “palazzo segreto” dello ‘zar’, una residenza principesca con 7500 ettari di parco sulle rive del Mar Nero, nei pressi della cittadina di Gelendzhik, ‘ad un tiro di schioppo’ dall’Ucraina. “Scoprirete come, in questo momento e negli ultimi 15 anni, si sta dando la più grande tangente della storia e si sta costruendo il palazzo più costoso del mondo“, si legge nella presentazione dell’inchiesta pubblicata a suo tempo, le cui foto sono visibili nella gallery scorrevole in alto a corredo dell’articolo.

La villa è una cittadella di 14 mila metri quadri vicino a Gelendzhik, sul Mar Nero, su cui il presidente avrebbe istituito una no fly zone e che, dunque, si tratterebbe del provento di una maxi tangente. L’ufficio di Putin ha negato tutto, ma le prove apportate dal blogger sembrano inoppugnabili.

Il palazzo principesco, circondato da possedimenti grandi “come 39 volte il Principato di Monaco” è sulle rive del Mar Nero e la sua stessa esistenza è, secondo Alexey Navalny, il segreto dei segreti della Russia moderna. L’attivista ha puntato in particolare il dito sulla genesi e la gestione del palazzo, che sarebbe costato oltre 1,1 miliardi di euro e sarebbe stato ‘regalato’ al presidente come tangente. “È la struttura più segreta e sorvegliata della Russia, senza esagerare“, scrive Navalny, che all’inchiesta ha dedicato un intero sito, palace.navalny.com.

Ecco come Navalny descrive la colossale dimora: “Questa non è una casa di campagna, non è una dacia, non è una residenza: è un’intera città. O piuttosto un regno. Ha recinzioni inespugnabili, un porto, le proprie guardie, una chiesa, un proprio controllo degli accessi, una no-fly zone e persino un posto di controllo di frontiera. È direttamente uno Stato separato all’interno della Russia. E in questo Stato c’è un unico e insostituibile re: Putin“. Secondo Navalny il complesso – circondando da 7.500 ettari di parco gestiti dall’FSB, di cui Putin è stato direttore – è dotato di palazzetto da hockey, anfiteatro,  casina per il tè collegata al complesso principale da un ponte di 80 metri, accesso sotterraneo al mare che può diventare un bunker. Il palazzo, che si erge su tre piani, è dotato dei comfort più lussuosi, interamente arredato con prestigiosi mobili italiani. Nel parco vi sono vigneti e addirittura un allevamento di ostriche.

Ed è esiste anche un finto proprietario. Nel 2011, racconta Navalny, un ex della ristretta cerchia di Putin, dopo essere fuggito a Tallin, aveva raccontato tutto e l’esistenza del palazzo era già stata rivelata, salvo poi essere messa improvvisamente a tacere. Il Cremlino aveva fatto sapere che Putin aveva commissionato la costruzione di questa villa, ma poi l’aveva interrotta ed era stata acquistata da un uomo d’affari. Per Navalny si tratta di una colossale menzogna e per dimostrarlo mette a punto un’inchiesta che segue il movimento dei soldi, elenca i prestanome incaricati di detenere le chiavi di accesso e ne descrive le affiliazioni con Putin. Ufficialmente il palazzo appartiene ad Alexander Ponomarenko, affarista russo, ma Navalny non ci sta: “nessun imprenditore ha una no-fly zone sulla sua villa, nè tantomeno può usufruire della guardia presidenziale come security“.

L’area ricoperta dalla villa di Putin, con i suoi 17.691 metri quadri di estensione, è il più grande edificio residenziale di tutta la Russia e non è avvicinabile da terra. Anche via mare e via cielo vi sono serie difficoltà ad arrivarci. Non solo: se si riesce ad arrivare è necessario abbandonare smartphone e dispostivi elettronici. Automobili, barche ed elicotteri devono superare i controlli di decine di checkpoint e chiunque arrivi viene perquisito. Le immagini di questo sito sono tutte arrivano solo ed esclusivamente dai satelliti. “Tutti ci dicevano che la villa era impossibile da filmare. Noi ci siamo riusciti al terzo tentativo”, scrive Navalny.

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