Salute: la pandemia ha cambiato gli stili alimentali degli adolescenti

L'Italia verso la fine della pandemia: il 54% degli adolescenti ha cambiato stile alimentare
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La pandemia ha cambiato l’atteggiamento del 54% degli adolescenti (in particolare quelli, che frequentano le scuole superiori) nei confronti del cibo e delle modalità di consumarlo: lo rivela la prima ricerca sul tema,  svolta da un team di studio dell’Università Cattolica piacentina insieme ad ANBI Emilia Romagna, CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), Consorzio di bonifica di Piacenza.

In primis, il maggior tempo trascorso a casa ha favorito il recupero della “socialità” dei pasti: nel 96% dei casi, il desco è tornato ad essere un elemento di aggregazione familiare. Viene inoltre dedicata maggiore attenzione alla salubrità dei prodotti: 2 adolescenti su 3  privilegiano cibi con meno grassi, meno zuccheri, meno sale; si riduce anche la quantità di cibo “ingurgitato” e nel 78% dei casi  aumenta anche  la propensione all’attività fisica.

alimentazione adolescenti

Altri due aspetti molto interessanti  sono la crescente adesione ai principi della dieta mediterranea e la scoperta delle tipicità del territorio, cui oltre il 70% degli intervistati riconosce qualità superiore.

La centralità del cibo, la cui percezione si è rafforzata durante il periodo di pandemia, evidenzia la responsabilità sociale dei Consorzi di bonifica verso la salubrità alimentare, garantita anche attraverso un’irrigazione di qualità, fattore produttivo indispensabile per le agricolture mediterranee. Per questo,  abbiamo rinnovato la collaborazione triennale con l’Ateneo piacentino, poiché ricerca ed aggiornamento sono essenziali, così come l’attenzione verso le giovani generazioni,” dichiara Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue).

Il progetto Food Mood – commenta il docente coordinatore dello studio, Edoardo Fornarioffre molteplici opportunità di analisi ed  il quadro che emerge – pur permeato da luci ed ombre, fa prevalere le prime sulle seconde.

Due comunque sono gli aspetti negativi più significativi, su cui riflettere: ormai il 25% degli adolescenti non consuma la prima colazione e c’è un consistente aumento del tempo trascorso in compagnia dei soli “device” digitali (smartphone, pc, …), con conseguenti impatti negativi sulla sfera della socialità.

Con la collaborazione delle scuole superiori dell’Emilia Romagna, il progetto “Food Mood” porterà avanti, nei prossimi due anni, ulteriori “panel” per verificare, se i cambiamenti ora registrati siano destinati a consolidarsi od a scomparire con il ritorno alla precedente  normalità di vita.

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