Continua ad aumentare il bilancio delle vittime provocate dal ciclone Batsirai, che nei giorni scorsi ha investito il Madagascar, messo in ginocchio pochi giorni prima dalla tempesta tropicale Ana. Mentre si continua a scavare tra le macerie delle case crollate, il numero di vittime è salito a 92 e si teme che possa aumentare ulteriormente.
Batsirai ha portato forti piogge e venti a 165km/h. Molte Ong e agenzie delle Nazioni Unite hanno iniziato a dispiegare risorse e squadre per aiutare le vittime del ciclone.
“Lo scorso fine settimana, il ciclone Batsirai ha fatto sfollare più di 70.000 persone in Madagascar, distruggendo centinaia di scuole e centri sanitari e danneggiando le strade”: afferma Mohamed M. Fall, direttore regionale dell’Unicef per l’Africa occidentale e meridionale. “Questa è la seconda grande tempesta che colpisce il Paese in due settimane. Precedentemente, la tempesta tropicale Ana aveva già scatenato il caos in alcune parti del Madagascar, del Mozambico, dello Zimbabwe e del Malawi, mettendo di nuovo in luce la necessità di assistenza umanitaria immediata fin dall’inizio, anche nelle zone più remote dove l’accesso è difficile”, ha aggiunto in un comunicato odierno. “Sono stato in Malawi la settimana scorsa e ho visto in prima persona come la tempesta tropicale Ana ha sconvolto la vita di più di 870.000 persone, molte delle quali bambini. L’Unicef è sul campo a lavorare con il governo, le comunità e i partner per fornire assistenza salvavita in questi Paesi. Ma questo non è sufficiente. Ancora una volta troppo pochi impegni vengono tradotti in azioni significative per i bambini. La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini”, ha commentato il direttore regionale dell’Unicef, il quale auspica un maggiore investimento nella capacità di adattamento al clima e di resilienza, la riduzione delle emissioni di gas serra e un ascolto maggiore delle richieste di azione sul clima che arrivano dai giovani.