Archeologia: il relitto di nave ritrovato durante i lavori per il TAP e la ricchezza dei manufatti

Il rinvenimento della nave è avvenuto nel corso di operazioni di archeologia preventiva, preliminari alla realizzazione del gasdotto del TAP
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Nel corso del 2021 la Soprintendenza Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo ha avviato l’analisi, lo studio e il restauro di una parte del carico di un antico relitto individuato nel 2018-2019 alla profondità di 780 metri, e a 22 miglia dalla costa nel Canale di Otranto. Il rinvenimento della nave è avvenuto nel corso di operazioni di archeologia preventiva, preliminari alla realizzazione del gasdotto del TAP (Trans Adriatic Pipeline). L’area del naufragio è caratterizzata dalla presenza di circa 240 manufatti ceramici di provenienza corinzia, cronologicamente riferibili all’età alto-arcaica.

Parte di questi materiali, come tre anfore corinzie di tipo A, quattro hydriai, tre oinochoai trilobate, una brocca di impasto grossolano (forma comune a Corinto) e un pithos frammentario che conservava al suo interno circa 36 skyphoi perfettamente impilati, insieme ai resti organici (numerosi noccioli di olive sono stati individuati nelle anfore corinzie di tipo A) sono stati sottoposti a studi approfonditi e stanno offrendo interessanti dati che contribuiranno a migliorare, e probabilmente a ridisegnare, le conoscenze sui traffici marittimi in Adriatico nei primi decenni del VII sec. a.C.

L’intervento ha richiesto l’impiego di tecnologie in genere utilizzate nell’ambito dei lavori della pratica subacquea industriale del comparto “oil & gas“, e illustrerà le tecnologie utilizzate per la documentazione del sito archeologico e per il recupero di una piccola porzione del carico, presentando i risultati preliminari dello studio e delle analisi dei reperti recuperati, ora in corso di restauro presso il Laboratorio della Soprintendenza Nazionale. Vista l’importanza del rinvenimento, la stessa Soprintendenza ha progettato il recupero dell’intero carico e sta valutando le possibilità di finanziamento.

Oggi, alle 15, all’Accademia Nazionale dei Lincei, si è fatto il punto sull’importante rinvenimento archeologico con Eugenio la Rocca (Linceo, Sapienza di Roma), Francesco D’Andria (Linceo, Università del Salento) e Michel Gras (Linceo, Centre National de la Recherche Scientifique – CNRS).

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