Cambiamenti climatici: siccità e alluvioni arriveranno sempre più in coppia. Lo studio

In passato i periodi di siccità e le ondate di calore erano considerati separatamente, ma in realtà esiste una forte correlazione tra i due eventi
MeteoWeb

L’aumento delle temperature medie globali potrebbe causare un incremento congiunto di casi di alluvioni e siccità, due tra le peggiori calamità climatiche. A questo allarmante risultato è giusto uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, condotto dagli scienziati del Centro Helmholtz per la Ricerca Ambientale (UFZ), che hanno messo in evidenza una correlazione tra gli eventi di siccità e alluvioni. Sebbene sia stato già dimostrato che il cambiamento climatico provocherà un aumento della frequenza e dell’intensità di fenomeni climatici estremi, finora non era stato facile stabilire le condizioni esatte che avrebbero portato a queste conseguenze. “In passato – afferma Jakob Zscheischler, dell’UFZ – i periodi di siccità e le ondate di calore erano considerati separatamente, ma in realtà esiste una forte correlazione tra i due eventi, e gli impatti negativi della loro commistione sono spesso maggiori rispetto a quanto avverrebbe in caso di singoli fenomeni“.

L’equipe ha utilizzato un insieme di sette modelli climatici per ridurre il livello di incertezze associato a queste dinamiche. Il gruppo di ricerca ha eseguito più volte le stesse simulazioni per tenere conto della variabilità climatica naturale. Gli studiosi hanno esaminato il periodo storico tra il 1950 e il 1980, confrontando i risultati ottenuti con quelli di un potenziale clima futuro di due gradi più caldo rispetto alle condizioni preindustriali.

Le simulazioni multiple – spiega Emanuele Bevacquaci permettono di ottenere un volume di dati molto più esteso rispetto agli insiemi di modelli convenzionali. In questo modo è possibile stimare gli eventi estremi in maniera composita“. In base a quanto emerge dallo studio, la frequenza media degli eventi combinati potrebbe aumentare significativamente passando dal 3 per cento, riscontrato durante il periodo di riferimento, fino al 12 per cento. Questo implica che il numero di eventi, fino a questo momento associato a un tasso di manifestazione di una volta ogni 33 anni, sarà in grado quadruplicare in uno scenario in cui le temperature medie globali sono di due gradi più elevate rispetto ai livelli preindustriali. “Il cambiamento climatico – osserva Bevacqua – potrebbe alterare la distribuzione delle precipitazioni in alcune regioni. L’andamento delle precipitazioni dipende dalla circolazione atmosferica, che determina le dinamiche meteorologiche regionali attraverso numerose interazioni su vaste parti del globo. Dal momento che la dinamica di molti di questi processi non è ancora completamente compresa, è difficile prevedere in modo accurato gli scenari che si verificheranno. Sarà pertanto necessario proseguire le ricerche e approfondire le dinamiche associate a questi fenomeni“.

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