Energia, Cingolani: “Non abbiamo bisogno di abbassare i termosifoni”. E i Verdi si ribellano

Il ministro Cingolani tranquillizza: "Nessun razionamento, abbiamo esportato il gas e i flussi che arrivano dalla Russia non solo sono regolari, ma più abbondanti di un mese fa"
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Tutti parlano di abbassare i termosifoni e di ridurre l’illuminazione pubblica, ma al momento non ce n’è bisogno. Ieri, dopo tanto tempo, abbiamo addirittura esportato il gas e i flussi che arrivano dalla Russia non solo sono regolari, ma addirittura più abbondanti di un mese fa“. Così il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nel corso di un’intervista dell’Huffpost in cui spiega perché non è il momento di parlare di razionamento dei consumi energetici.

Per Cingolani, invece, è necessario agire sulle accise per drenare il caro carburante. “Il problema dei prezzi in questo momento è urgentissimo“, ha dichiarato a Rainews24, parlando dei prezzi dei carburanti. “Purtroppo ha una motivazione – ha aggiunto – che non è reale, è una motivazione di mercato e di speculazione. Noi dovremo cercare di dare una mano in maniera che andrà a toccare probabilmente le accise, le imposte e questa è una cosa che bisognerà vedere quanto pesa sull’economia“. Alla domanda se al prossimo Cdm arriverà una proposta sul taglio delle accise, il ministro ha risposto: “adesso non glielo so dire, già lunedì o martedì avremo più chiare le idee. Vediamo intanto se passa il ‘price cup’ che ci dà una mano. Se passasse quello noi risolveremmo tanti problemi all’orine, se non passasse quello. Allora probabilmente il problema rimane più in casa“.

E le polemiche da parte dei Verdi non hanno tardato ad arrivare. “Siamo sconcertati dall’ennesima dichiarazione assurda del ministro della Transizione Ecologica, Cingolani, il quale afferma che non abbiamo bisogno di abbassare la temperatura dei riscaldamenti e che, addirittura, abbiamo esportato gas; che i flussi non sono solo regolari ma addirittura più abbondanti di un mese fa. Questo è un ministro totalmente inadeguato a svolgere la funzione che ricopre ed è bene che cambi mestiere“. Lo scrivono, in una nota, i co-portavoce nazionali di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi a proposito di un’intervista del ministro a RaiNews 24. “Anche le più alte istituzioni europee e l’Agenzia Internazionale dell’Energia suggeriscono di diminuire il riscaldamento nelle nostre case di uno o due gradi: ciò consentirebbe il risparmio di consumi energetici del 6-7% per ciascun grado diminuito. Il ministro della Transizione Ecologica fa l’elogio del consumo, nonostante il contesto di guerra. Incredibile che non inviti neanche a compiere un gesto di solidarietà nei confronti di chi, oggi, viene bombardato grazie ai proventi della vendita di gas russo“, spiegano.

L’intervista rilasciata oggi dal ministro Cingolani conferma una volta di più la sua inadeguatezza, dimostrata anche dall’incapacità di lanciare con forza una strategia immediata sulle rinnovabili, considerato che, due giorni fa, il Governo ha sbloccato solo 0,42GW di energia rinnovabile quando ne servirebbero 9GW all’anno per raggiungere gli obiettivi al 2030. Non ascolta nemmeno le imprese delle rinnovabili che stanno entrando in sciopero a causa delle sue politiche irresponsabili, né tanto meno l’associazione di categoria di Confindustria, Elettricità futura, che gli ha proposto l’immediata autorizzazione di 60GW nel nostro Paese che garantirebbero 80 miliardi di investimenti“, proseguono i due ecologisti. “Ricordiamo al ministro che non sono stati gli ambientalisti ad aver limitato l’estrazione di gas italiano. Se leggesse i report del suo stesso Ministero, che sono pubblici, capirebbe che la riduzione dipende dal fatto che di gas non ce n’è più, che il mare l’Adriatico è stato prosciugato e che i giacimenti strategici di cui disponiamo sono pari, tra riserve certe e possibili, a 90 mld di mc, che potrebbero soddisfare, solo se venissero estratti contemporaneamente, cosa tecnicamente impossibile, il fabbisogno nazionale per soli 14 mesi. Il Ministro chieda all’Eni, non di certo agli ambientalisti, le ragioni per le quali non sono stati diversificati i fornitori e perché tutti gli acquisti sono stati concentrati sul gas russo. La faccia finita con la propaganda in un momento così drammatico, di fronte alla guerra. Riteniamo eticamente inaccettabili le dichiarazioni di un ministro che non è in grado di dire al suo Paese di diminuire di 1 grado il nostro riscaldamento per non finanziare la guerra di Putin“, concludono Bonelili ed Evi.

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