“Dati Covid falsi”, chiusa inchiesta in Sicilia: attuato “disegno criminoso”

Caricati dati falsi sull'epidemia Covid in Sicilia, i magistrati parlano di "disegno criminoso"
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Chiusa l’inchiesta sui dati Covid falsificati che sarebbero stati comunicati dall’assessorato regionale alla Salute della Regione Siciliana al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità. L’avviso di conclusione dell’indagine è stato firmato dal procuratore aggiunto di Palermo, Sergio Demontis.
La tesi dell’inchiesta è che nei mesi scorsi sarebbero stati caricati dati falsi sull’epidemia Covid nell’Isola. I magistrati parlano di “disegno criminoso“.
Tra gli indagati l’attuale assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, e l’ex dirigente Generale del Dasoe (dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico) Maria Letizia Di Liberti.

Al di là del rilievo penale, sul quale altri giudici dovranno pronunciarsi, le accuse della Procura della Repubblica di Palermo nei confronti dell’assessore Razza e dei suoi più stretti collaboratori confermano un fatto, in sé moralmente più grave dell’ipotesi di reato. Quello cioè che sulle piattaforme informatiche del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità furono caricati dati falsi sul Covid,” ha affermato Claudio Fava, presidente della Commissione antimafia dell’Assemblea regionale siciliana, dopo le notizie sulla chiusura delle indagini della Procura di Palermo. “Di fronte a questa certezza, non può che indignare il tradimento del patto di lealtà con i siciliani rispetto alla tutela della loro salute. Indignazione che va ben oltre il ‘disegno criminoso‘ di cui parla la Procura. Qualunque cosa decida di fare Razza, da oggi moralmente non è più l’assessore alla salute di alcuno“.

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