Energia, informativa di Cingolani al Senato: “ingiustificabile il prezzo del gas, grande speculazione dagli hub. Lavoriamo su accisa mobile per i carburanti”

Si è tenuta in Senato l'informativa sui rincari del costo dell'energia e sulle misure del Governo per contrastarne gli effetti
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Le importazioni dalla Russia sono incrementate sia in valore assoluto che in percentuale sui consumi, dai circa 20 miliardi di metri cubi, quindi 25% dei consumi, del 2011 ai 29 miliardi di metri cubi del 2021, che equivale a circa il 38% dei consumi“: è quanto ha affermato Roberto Cingolani, Ministro della Transizione ecologica, oggi nell’Aula del Senato, nel corso della sua informativa sui rincari del costo dell’energia e sulle misure del Governo per contrastarne gli effetti.
Analizzando l’evoluzione dei consumi, delle importazioni e della produzione nazionale del gas naturale in Italia negli ultimi 2 decenni, è opportuno evidenziare come i consumi di gas naturale siano rimasti sostanzialmente stabili nell’ultimo decennio, pari a 76 miliardi di metri cubi nel 2021. Nello stesso periodo, la produzione nazionale di gas naturale si sia più che dimezzata, per il calo naturale dei giacimenti a cui non si è fatto fronte da anni con nuovi investimenti in ricerca e produzione, attestandosi nel 2021 a circa 3 bcm rispetto ai circa 8 del 2011 (rispetto agli 8 bcm del 2011 e ai 15 bcm del 2001). Oggi oltre il 95% del gas naturale consumato in Italia viene quindi importato dall’estero“.

Nel breve termine per quel che riguarda il flusso del gas russo “anche un’interruzione in questa settimana non dovrebbe comportare problemi” e “modulando i volumi di stoccaggio non dovremmo avere alcun tipo di problema“. Avremmo, eventualmente, “problemi solo in caso di un picco di freddo a fine marzo o di un contestuale evento catastrofico su altre rotte di approvvigionamento gas che in questo momento non abbiamo motivo di considerare,” ha proseguito Cingolani.
Passando alle infrastrutture di importazione, l’Italia dispone di un sistema per l’approvvigionamento e il trasporto diversificato e resiliente rispetto ad altri Stati membri UE, alimentato prevalentemente con gas prodotto all’estero e importato o trasportato via mare come gas naturale liquefatto e scaricato presso terminali di rigassificazione“.
Nel lungo termine, a partire dal prossimo inverno, sarebbe necessario sostituire completamente 30 bcm di gas russo con altre fonti. Sebbene questo sia possibile in un orizzonte minimo di 3 anni, tramite misure strutturali, per almeno i prossimi due inverni sarebbe complesso assicurare tutte le forniture al sistema italiano“.

Per il prezzo del gas il problema è lo stoccaggio, nel medio termine“, infatti “se dovessimo stoccare oggi gas a un euro e mezzo al metro cubo con 10 miliardi di metri cubi di gas di stoccaggi pagheremmo 15 miliardi di euro, un anno fa era 30 centesimi di euro al metro cubo“, quindi “gli stessi metri cubi di gas mi sarebbero costati 3 miliardi“. E’ quindi “inaccettabile questo prezzo del gas frutto solo della speculazione di certi hub, Ttf e Psv a livello europeo” ma “si chiama mercato,” ha affermato Cingolani. “Siccome la quantità di gas è uguale non è molto giustificato che il prezzo vada da 30 cent a 1,5 euro e che lo stoccaggio mi vada a 15 miliardi che è cosa diversa“, ha spiegato il Ministro. “Questa la mia affermazione, forse un po’ dura, se la materia e la stessa non e possibile mi costi cinque volte di più perché stiamo mettendo in ginocchio operatori“. Certo, “non è che qualcuno in Italia stia facendo qualcosa di sbagliato ma è un problema di hub“, è “un problema molto serio che non sta mettendo in ginocchio solo l’Italia ma tutti paesi europei“, perché “a parità di gas oggi pago un euro mezzo a metro cubo mentre un anno fa 30 cent, e questo sta mettendo tutti in ginocchio“.

Il Governo “potrebbe intervenire anche con misure di contingentamento della domanda e di accelerazione dell’efficientamento energetica,” ha sottolineato il Ministro. In particolare “sono ipotizzabili misure di flessibilità sui consumi di gas (ad esempio l’interrompibilità nel settore industriale, che però può agire per brevi periodi settimanali in caso di picchi della domanda) e sui consumi di gas del settore termoelettrico (dove pure esistono misure di riduzione del carico in modo controllato) e misure di contenimento dei consumi negli altri settori“. Inoltre, ha proseguito Cingolani, si potrebbe avere un “incremento delle importazioni di energia elettrica dal Nord Europa, per ridurre il consumo di gas del parco termoelettrico italiano“.
Al fine di contenere l’impatto sui consumatori finali, il Governo sta inoltre valutando l’ipotesi di praticare sui carburanti un’accisa mobile“.

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