Genovese, biologa marina, la ventitreenne Marta Musso vince la prima edizione del Premio Donna di Mare 2022 con Possea, un progetto che parte dalla passione per il mare, la ricerca scientifica e un furgone delle poste tedesche che si trasforma in un laboratorio/libreria di mare.
Organizzato nell’ambito del Decennio delle Scienze del Mare per lo sviluppo Sostenibile (2021-2030) dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa (IOC) dell’UNESCO, da B Women Italy e dall’associazione Donne di Mare, il Premio Donna di Mare 2022 è stato ideato per proporre una visione innovativa di attività, compresa l’imprenditoria, al femminile che, nel rispetto dei diritti e delle pari opportunità, tuteli l’ambiente valorizzando i territori e le persone.
La premiazione del concorso è avvenuta all’Acquario Romano di Roma, alla presenza di Caterina Balivo, madrina dell’Oceano, Francesca Santoro, Specialista di Programma della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’UNESCO e promotrice in Italia del Decennio del Mare (2021-2030), Anna Cogo, co-founder di B Women Italy e Daniela Addis, Fondatrice e Direttrice dello Studio Legale Addis “Ambiente&Mare” e rappresentante dell’associazione Donne di Mare.
Possea – ma anche Post from the sea, Posta dal mare, Pos(sea)ble, possible – è un progetto itinerante di divulgazione scientifica e “ocean literacy” che intende raccontare il mare dal punto di vista del plancton. “Volevo partire dal piccolo, dall’invisibile, microscopico per raccontare il nostro mare e colmare il divario tra noi e l’ambiente”, spiega Marta Musso, Donna di Mare 2022. “Tra il plancton ci sono tutti i ‘cuccioli’ dei principali invertebrati marini che prima di crescere vagabondano nel mare spinti da venti e correnti. Il progetto può essere realizzato sia sul campo in prima persona che sui social media, creando un’ampia comunità”.
“Siamo molto orgogliose di questa prima edizione: sono state numerose le giovani donne che da Nord a Sud hanno partecipato al bando, proponendo idee innovative su come tutelare e studiare il mare sotto diversi punti di vista come attività di ricerca o di impresa innovativa, sotto forma di progetti educativi, artistici o legati al mondo della comunicazione”, sottolinea Francesca Santoro. “Tra le priorità dell’UNESCO ci sono proprio la promozione della pluralità di esperienze e competenze e l’uguaglianza di genere. Con questo premio mettiamo al centro il fondamentale ruolo delle donne e del mare e la relazione Donna-Mare, per far emergere la possibilità di una nuova visione delle attività anche imprenditoriali italiane, con una connotazione femminile, sostenibile e durevole che, come il Mare, possa essere per e di tutte e tutti”.
Ora la vincitrice del Premio Donna di Mare 2022 sarà accompagnata nella realizzazione del proprio progetto grazie a un programma di mentorship guidato da Francesca Santoro e che coinvolgerà Anna Cogo e Daniela Addis, promotrici del premio insieme al Decennio.
Durante la giornata, con l’intento di promuovere l’Ocean Literacy, IOC-UNESCO ha inoltre lanciato la nuova piattaforma interattiva dedicata al Decennio del Mare, il primo portale di riferimento sul mare, e ha presentato il progetto “Favole blu”.
La piattaforma del Decennio del Mare
La piattaforma – che sarà completata ufficialmente a inizio aprile – punta a essere il primo portale di riferimento sul mare. Oltre a spiegare missione, visione, valori, obiettivi del Decennio del Mare metterà a disposizione una serie di risorse educative, strumenti e best practice rivolti a diversi target: dai più piccoli alle aziende, dalle NGOs alle scuole, dagli insegnanti ai policy maker, con l’intento di mobilitare comunità scientifica, governi, settore privato e società civile intorno a un programma comune di ricerca e di innovazione tecnologica per proteggere il mare. Un’intera sezione sarà dedicata alla partecipazione attiva con strumenti e iniziative da mettere in campo quotidianamente per far sì che ciascuno possa dare il proprio contributo per raggiungere gli obiettivi del Decennio del Mare.
La piattaforma darà spazio ai progetti che IOC-UNESCO sta portando avanti insieme a numerosi partner e aziende virtuose. Come Save The Wave: il primo progetto di tutela e ripristino degli ecosistemi marini del Mediterraneo con particolare attenzione alle riforestazione delle praterie di Posidonia oceanica. Ideato dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa di UNESCO, Save The Wave promuove la consapevolezza dei cittadini sul ruolo fondamentale degli ecosistemi marini e Blue Carbon per mitigare il cambiamento climatico e avere un oceano sano. In collaborazione con E.ON e il biologo Antonio Scannavino, è già in corso nel golfo di Palermo un progetto di ripristino che coinvolge gli studenti di un liceo della città che seguiranno da vicino l’intero ripristino della prateria di Posidonia oceanica.
“Vogliamo ‘coltivare’ giovani talenti che possano aiutarci a compiere un vero e proprio cambio culturale, costituire una Generazione Oceano e realizzare un programma comune di ricerca e innovazione tecnologica attorno a cui mobilitare comunità scientifica, governi, settore privato e società civile”, sottolinea Santoro.
Favole blu: scienza e fantasia per imparare ad amare il mare
Nell’ambito delle iniziative di Ocean Literacy (Educazione all’Oceano) promosse da IOC-UNESCO è stato presentato inoltre il progetto “Favole Blu”: scritte da Lucia Moschella con il supporto scientifico di Francesca Santoro e Valentina Lovat (Ocean Literacy Consultant IOC-UNESCO) e illustrate da Chiara Cortese, le fiabe sono tratte da altrettanti paper scientifici di Scienze del Mare firmati da ricercatori e ricercatrici mediterranei che, tradotti con un linguaggio semplice e immaginifico, portano la conoscenza dell’oceano a un vasto pubblico. I racconti, quotidiani e semplici, mirano a far appassionare anche i più piccoli alla ricerca e hanno tutte un* unic* protagonista: Eu Sou, un “asterisco” genderless e privo di appartenenze.
“Anche in questi giorni difficili per tutto il mondo, il Decennio del Mare è impegnato a promuovere la cooperazione internazionale nella scienza, nella cultura e nell’educazione”, conclude Francesca Santoro. “Non può che tornare alla mente il preambolo della Costituzione dell’UNESCO, firmata nel novembre 1945, alla fine del secondo conflitto mondiale: poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della pace. L’obiettivo principe dell’UNESCO è costituire la pace nella mente di uomini e donne perché è lì che la guerra ha inizio. Siamo convinti che attraverso la diplomazia scientifica e la diplomazia verde si possono rafforzare le relazioni tra le società: la scienza è uno strumento fondamentale di diplomazia proprio perché è un settore che non ha confini”.