Guerra in Ucraina e spazio: lite social tra il capo di Roscosmos e un astronauta Nasa, a rischio collaborazione sulla ISS e la missione su Marte

Sempre più a rischio la collaborazione sulla Stazione Spaziale Internazionale tra USA e Russia, soprattutto in seguito ad uno scontro social tra il capo di Roscosmos e Scott Kelly della NASA
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E’ sempre più in dubbio e incerto il futuro della collaborazione tra Russia e Stati Uniti sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), in particolare in seguito allo scambio infuocato di tweet tra il capo dell’agenzia spaziale russa Dmitry Rogozin e Scott Kelly, l’ex astronauta della Nasa che tra il 2015 e il 2016 è stato protagonista dell’esperimento spaziale sui gemelli insieme al fratello Mark Kelly.

La lite social è iniziata con Scott Kelly che ha sarcasticamente commentato le immagini di Roscosmos in cui si mostravano i tecnici russi intenti a togliere le bandiere straniere dalla Soyuz che settimana scorsa avrebbe dovuto lanciare i satelliti OneWeb. Rivolgendosi a Rogozin, Kelly ha scritto: “senza quelle bandiere e la valuta estera che portano, il tuo programma spaziale non varrà niente. Forse puoi trovare lavoro da McDonald’s se McDonald’s esiste ancora in Russia“. In seguito l’astronauta Nasa ha pubblicato uno screenshot per mostrare che Rogozin lo aveva bloccato e un altro di un tweet poi cancellato in cui Rogozin gli avrebbe scritto “smettila idiota, altrimenti avrai sulla coscienza la morte della Iss“. Il capo della Roscosmos ha ribattuto duramente, definendo il comportamento di Kelly come “provocatorio e distruttivo“: “forse la demenza e l’aggressività che hai sviluppato sono una conseguenza del sovraccarico e dello stress di quattro voli nello spazio. Ti invito a sottoporti a un esame presso il Brain Institute della nostra Agenzia federale“.

Un follower ha dunque chiesto se a l’astronauta russa Anna Kikina rischi di non volare più sulla Stazione spaziale a bordo della Crew-5 di SpaceX, e Rogozin ha risposto: “penso che presto nessuno volerà da nessuna parte, perché con una tale aggressività da parte degli americani, non avranno un posto dove volare. Non puoi addestrare nazionalisti ucraini contro la popolazione russa, sponsorizzare l’esecuzione del Donbass, fornire armi al marcio regime di Kiev, imporre sanzioni contro il MCC e allo stesso tempo fingere che tutto vada bene nello spazio“.

I russi rendono inutilizzabili Soyuz per l’Europa, a rischio anche la missione su Marte

Non riusciranno a partire dalla base europea di Kourou i lanciatori Soyuz che avrebbero dovuto portare in orbita i satelliti europei Galileo, nè potranno partire tutti gli altri lanci Souyz previsti dal Centro Spaziale Europeo che si trova nella Guyana Francese. “Tre dei nostri missili e tre stadi superiori sono rimasti lì. Li abbiamo messi fuori servizio”, ha detto il direttore generale di Roscosmos, Dmitry Rogozin. “Soltanto gli specialisti russi potrebbero renderli nuovamente operativi”, ha aggiunto in un’intervista alla principale emittente televisiva russa pubblica ‘Primo canale’, riportata dall’agenzia Ria Novosti. A questo punto il battibecco con Kelly rischia davvero di compromettere il futuro della collaborazione tra Russia e Stati Uniti a bordo del grande laboratorio in orbita a 400 chilometri dalla Terra. La tensione investe in pieno anche il più ambizioso dei programmi spaziali di Europa e Russia: la missione spaziale ExoMars che doveva partire a settembre dalla base russa di Baikonur per portare su Marte un veicolo russo per l’atterraggio e un rover con la trivella ideata e costruita in Italia per cercare tracce di vita nel sottosuolo. L’incertezza aleggia sulla missione e l’Esa ha annunciato oggi che a prendere la decisione sarà il suo Consiglio, che si riunirà il 16 e 17 marzo.

La collaborazione fra Europa e Russia in campo spaziale era stata una conquista lunga e difficile, ma adesso si sta sgretolando velocemente. A fine febbraio lo stesso Rogozin aveva annunciato la fine della collaborazione con l’Esa per i lanci della Soyuz da Kourou e subito dopo gli 87 tecnici russi in servizio nella base avevano cominciato a preparare la partenza. Lavoravano a Kourou dal 2011, quando era stato costruito il sito di lancio dedicato ai lanciatori russi. Da allora le missioni delle Soyuz dalla base europea sono state 27 e hanno portato in orbita decine di satelliti. L’ultimo lancio risale al 10 febbraio scorso, con 4 satelliti per la rete internet OneWeb. Il 4 marzo, invece, era stato annunciato dall’Europa che sarebbero stati sospesi tutti i lanci delle Soyuz, sia quelli dal Centro spaziale europeo di Kourou operati dall’azienda Arianespace, sia quelli dalla base russa di Baikonur, nel Kazakhstan, operati dall’azienda Starsem. Una decisione presa a seguito delle sanzioni alla Russia decise da Unione Europea, Stati Uniti e Gran Bretagna. “Non ci saranno lanci da Kourou“, ha detto oggi Rogozin. Gli europei “non saranno in grado di usarli, perchè per questo sono necessari i nostri tecnici“.

E’ quindi a rischio il lancio di altri due satelliti della costellazione europea Galileo, previsto in aprile. Avvolta nell’incertezza anche la missione ExoMars, nella quale Europa e Russia sono legate a doppio filo: è  russa la base di lancio, Baukonur, ed è russo il lanciatore, un Proton-M, , come è russo il veicolo di atterraggio che dovrà portare il rover europeo Rosalin Franklin sulla superficie marziana. Lanciare entro il prossimo settembre significa inoltre non mancare l’appuntamento con Marte, che si troverà nel punto più vicino alla Terra in dicembre: in tempo perché il veicolo della missione venga catturato dall’orbita marziana. La prossima occasione si presenterà solo due anni dopo, ovvero nel 2024, quando per ExoMars, giunto al suo terzo rinvio, potrebbe essere troppo tardi, visto che i veicoli potrebbero cominciare ad accusare il peso dei loro sei anni.

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