Archeologia: i primi fossili umani conosciuti dall’Etiopia sarebbero molto più antichi di quanto si pensasse

In precedenza si prevedeva che l'Omo I avesse circa 197.000 anni, ora si scopre che l'età minima sarebbe stimata in circa 233.000 anni
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I resti del Kibish Omo I dall’Etiopia – tra i fossili più antichi conosciuti di Homo sapiens nell’Africa orientale – potrebbero essere almeno 36.000 anni più vecchi di quanto si pensasse, secondo un articolo pubblicato su Nature. L’età minima è stimata in circa 233.000 anni, una scala temporale che si allinea in modo più coerente con i modelli dell’evoluzione umana moderna.

In precedenza si prevedeva che l’Omo I avesse circa 197.000 anni. Tuttavia, questa stima, che è stata effettuata studiando strati di cenere corrispondenti ai tempi delle eruzioni vulcaniche, è stata contestata. Céline Vidal e colleghi hanno riesaminato lo strato di cenere vulcanica che ricopre il sedimento contenente Omo I, collegando i depositi vulcanici a una grande eruzione esplosiva del vulcano Shala nella Main Ethiopian Rift. Queste analisi hanno permesso agli autori di datare con maggiore precisione l’età dei fossili di Omo al di sotto di questo strato, a circa 233.000 (±22.000) anni. Questa nuova era corrisponde alla maggior parte dei modelli dell’evoluzione umana moderna, che prevedono che la nostra specie abbia avuto origine e si sia discostata dai nostri antenati più vicini tra 350.000 e 200.000 anni fa.

Gli autori concludono che saranno necessarie ricerche future per ottenere un’età massima robusta per Omo I. Si spera che ulteriori analisi confermeranno anche l’età dei fossili di Herto: ulteriori fossili di Homo sapiens primitivi provenienti dall’Etiopia, generalmente riportati tra 160.000 e 155.000 anni vecchio – poiché è stato dimostrato che questi si trovano sotto uno strato di cenere vulcanica diverso da quello dei fossili di Omo, contrariamente alla precedente comprensione.

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