Dopo il Tap, la Puglia apre alle energie alternative con parchi eolici e rigassificatori off shore

Beleolico, al largo di Taranto, sarà il primo parco eolico off shore del Mediterraneo ma ora la Regione Puglia apre ad altri progetti di parchi eolici off shore e anche di rigassificatori off shore
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La vicenda del Tap, il gasdotto che arriva da Grecia e Albania e attraversando l’Adriatico approda lungo la costa del Salento, è stato un buon insegnamento. Osteggiato e criticato come pericoloso per l’ambiente, non solo non ha avuto alcun impatto ambientale, ma si è rivelato molto utile in termini di diversificazione delle forniture di gas all’Italia, ora più necessaria che mai con la guerra scoppiata in Ucraina. Così il Tap ha portato oltre 8 miliardi di metri cubi di gas in Italia nel 2021 e la procedura di market test, per portare da 10 a 20 miliardi la capacità di gas trasportata, dovrebbe chiudersi a luglio prossimo.

La guerra in Ucraina ha messo in luce quanto sia essenziale avere a disposizione nuove possibilità di approvvigionamento energetico e ora la Puglia apre ai parchi eolici off shore. Beleolico sarà il primo parco eolico off shore del Mediterraneo. Il 6 febbraio scorso, è stata installata la prima turbina al largo di Taranto e ora si è arrivati all’installazione della quarta delle 10 previste. Il progetto da 80 milioni, che fa capo alla società Renexia del gruppo Toto, produrrà energia green per 60 mila Mwh, pari al fabbisogno annuo di 60 mila persone. Inoltre, l’impianto consentirà un risparmio di circa 730mila tonnellate di CO2 nell’arco dei 25 anni di vita prevista. L’infrastruttura dovrebbe essere completata nelle prossime settimane, per poi essere subito allacciata alla rete.

Parco eolico al largo del Salento

La Puglia ora sta considerando anche altri progetti, come il parco eolico marino al largo della costa adriatica del Salento, proposto da Odra Energia, società paritetica tra Falck Renewables e BlueFLoat Energy. Il parco eolico galleggiante (dunque senza fondazioni fisse, al contrario di Beleolico) da realizzare al largo di quella che è la costa del parco naturale regionale di Otranto-Santa Maria di Leuca prevede l’installazione di 90 aerogeneratori di quasi 300 metri, occupando un’area di 162km quadrati. Ricollocato ad una distanza minima di 12,8km e massima di 24km rispetto alla costa, l’impianto avrà una capacità massima di 1,2 GW e una produzione di energia pari all’atteso consumo di un milione di utenze domestiche. Saranno prodotte anche 90mila tonnellate di idrogeno verde. L’investimento è pari a 4 miliardi da parte di Odra Energia, 1.500 i posti di lavoro diretti che verrebbero creati per le fasi di fabbricazione, assemblaggio e costruzione del parco. Fino a 4.000 posti nei periodi di massima necessità, 150 posti fissi stimati per manutenzione dopo l’entrata in esercizio del parco. La società ha già chiesto la concessione demaniale marittima per 23,188 milioni di metri quadrati.

Tuttavia, l’opposizione resta ancora forte, nonostante la società abbia modificato il progetto iniziale ampliando la distanza delle torri dalla costa per minimizzarne l’impatto visivo, andando incontro alle richieste delle comunità locali interessate. Dopo un incontro con i sindaci salentini, però, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha aperto alla trattativa con la società.

“Nonostante la Regione non abbia alcun ruolo decisionale e amministrativo, mi farò carico di incontrare l’azienda che propone il parco eolico, per verificare se sia possibile mitigare l’impatto ambientale o, addirittura, evitare di realizzare il parco in quello specchio di acqua. Fermo restando che in questo momento storico di ridisegno del piano energetico dell’Unione europea, Governo, Ue e gli alleati NATO ci stanno chiedendo un forte impegno per produrre energia alternativa al gas russo”, ha detto Emiliano.

Ma l’incontro con l’azienda proponente potrebbe non essere l’unico, perché Emiliano ha sottolineato di voler seguire questa stessa strada anche per le altre 12 richieste di parco eolico off shore che interessano il mare pugliese, perché “la Regione non dice no all’eolico ma vuole limitare gli impatti sul territorio, sulla natura e sull’economia“. Tra le 12 richieste, Falck Renewables e Bluefloat Energy hanno proposto anche un secondo progetto di parco eolico galleggiante: Kailia Energia dovrebbe sorgere di fronte a Brindisi con capacità massima di 1,2 GW.

La Puglia – ha detto il Presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone – è da sempre favorevole alle rinnovabili, ne produce il 64% in più rispetto alla complessiva quantità di energia che consuma. Ma questo non vuol dire realizzarle ovunque, in spregio alle caratteristiche dei luoghi e con un impatto visivo così pesante da alterarne la bellezza e l’economia. 90 pale eoliche di fronte a Santa Cesarea, Castro, Otranto, e altre 98 tra Brindisi e San Cataldo, di fronte alle Cesine, a distanza di 12km dalla costa, sono uno schiaffo in faccia agli investimenti e ai tanti sacrifici per la tutela del paesaggio da parte delle comunità territoriali”.

Stiamo affrontando emergenze imprevedibili anche sul piano energetico e il tema delle rinnovabili è centrale – ha sottolineato l’assessore all’Ambiente Anna Grazia Maraschio – così come il tema degli impianti off shore. Si tratta di investimenti importanti ai fini della transizione energetica, ma tuttavia dobbiamo rispettare le sensibilità dei territori, perché questi impianti riguardano una parte paesaggisticamente rilevante e gli impatti potrebbero essere notevoli. L’ascolto dei sindaci è utile per individuare possibili soluzioni con la consapevolezza che la competenza in materia resta nazionale anche in termini di autorizzazioni.” “Chiediamo un confronto per capire se sia possibile trovare un’altra allocazione alle pale eoliche – ha spiegato il Presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva – riducendo l’impatto ambientale su un territorio che ha fatto della filiera agrituristica la sua ricchezza”.

I rigassificatori off shore al largo dei porti

Arrivano anche le aperture verso i rigassificatori off shore. Ascoltati in Regione Puglia, Ugo Patroni Griffi (Authority del Mar Adriatico Meridionale, Bari-Brindisi) e Sergio Prete (Authority del Mar Ionio, Taranto). Secondo Patroni Griffi, “tutti i porti potrebbero essere candidati perché si tratterebbe di una condotta da collegare al metanodotto. Meno plausibili sarebbero invece gli impianti on shore”. Mentre Prete ha affermato che “sul Gnl c’è un forte interesse a dotarsi da parte di molti porti e si sta già lavorando perché esistono già navi alimentate con gas”. “Si sta verificando la fattibilità di iniziare con piccoli impianti retroportuali”. Per il presidente della commissione regionale Bilancio e programmazione, Fabiano Amati, che ha ascoltato i due presidenti di Authority, in Puglia “è possibile realizzare impianti offshore che per capacità risultano equivalenti a quelli nelle aree portuali, allo stato già occupate da altri programmi come le Zone franche doganali”.

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