La stagione invernale 2021/2022 che si è conclusa da qualche giorno, si è mostrata in via generale piuttosto siccitosa. Per l’intero corso stagionale è prevalso, nella sostanza, un’azione anticiclonica che mediamente ha posto il suo fulcro, come visibile nell’andamento medio stagionale su elaborazione NOAA e rappresentato nell’immagine in evidenza, tra il Regno Unito centro-meridionale, la Francia, la Germania centro-occidentale e anche parte del Nordovest Italia fino al Mediterraneo nordoccidentale. Naturalmente, a parte l’azione focale su questi settori, l’alta pressione è stata abbastanza ampia da coinvolgere sotto la sua protezione un po’ tutto l’Europa centro-occidentale.
Come visibile dalla stessa immagine, la copertura anticiclonica è tuttavia apparsa un po’ più marginale sulle aree centro-meridionali italiane e di più su quelle del medio-basso Adriatico e dell’estremo Sud dove, sostanzialmente, ha agito il bordo periferico nella struttura di alta. Il decorso invernale, invece, è stato caratterizzato da una persistente azione perturbata e fredda di matrice continentale sull’estremo Sud-est Europa, in particolare sulle regioni intorno al Mar Nero, sulla Turchia, anche sulle aree elleniche e sul Mediterraneo orientale in genere. Questa azione fredda ha influito per diverse fasi anche sulle estreme nostre regioni meridionali e su quelle del medio-basso Adriatico, soprattutto nella parte terminale della stagione.
In linea di massima, la presenza prevalente dell’alta pressione, benchè su alcuni settori più marginale, ha comportato una stagione mediamente siccitosa su gran parte dell’Italia, in maniera anche esasperata sulle regioni settentrionali e del medio-alto Tirreno. Abbastanza siccitosa la prima parte invernale anche sul resto dell’Italia dove, però, a partire dalla terza decade di febbraio e per buona parte di marzo, il flusso freddo continentale ha comportato una più persistente instabilità, con precipitazioni più ricorrenti. Dunque, volendo fare un bilancio in termini termici, l’inverno 2021/2022 è trascorso sull’Italia sostanzialmente con valori nella norma su gran parte del paese, su alcuni settori un po’ sopra norma, su qualche altro leggermente sotto la norma.
In particolare, valori eccedenti di qualche grado quelli tipici del periodo sono stati registrati, come riportato nella sintesi termica stagionale del modello ECMWF ( prima immagine interna, dettaglio a sinistra) e riferita ai mesi di Gennaio, Febbraio e Marzo, sull’alto Tirreno, quindi tra l’alta Toscana e la Liguria, poi un po’ su tutti i settori alpini, dal Piemonte, Valle d’Aosta fino alle Alpi di Nordest. Temperature sostanzialmente nella media sul resto dell’Italia, aree in bianco, anche un po’ sotto la media, aree in celeste, su buona parte delle regioni meridionali e su quelle insulari. Sempre nella seconda immagine interna ( dettaglio a destra) è rilevabile, invece, il quadro termico prospettato dallo stesso modello europeo in termini previsionali per questa stagione, con forecasts termici piuttosto miti. Dunque, una stagione che è evoluta su gran parte del territorio con valori più o meno nella norma, ma decisamente più fredda del previsto. Infine, un rilievo anche relativo all’ultima parte della stagione, ci riferiamo sostanzialmente al periodo che va dagli ultimi giorni di febbraio a tutti i primi 20 giorni di marzo, la quale oltre a essere stata quella più fredda è stata anche quello un po’ più instabile e che ha comportato precipitazioni nella norma o anche sopra la norma (seconda immagine interna anomalia precipitazioni) sulle regioni del medio-basso Adriatico, sulle aree relative appenniniche, diffusamente sulla Sardegna e localmente su qualche area siciliana.