Il Cdm ha dato il via libera ad un disegno di legge sullo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane. Il provvedimento, promosso dal ministro Gelmini, che ha la delega sulla montagna, introduce misure, anche fiscali, per sostenere la crescita dei Comuni montani e per contrastarne lo spopolamento.
L’obiettivo è quello di sviluppare e valorizzare la montagna, creando le condizioni per far restare i giovani. Quantificando ci sono da salvare 4mila comuni, ovvero quelli che in Italia sorgono su territori montani, salvaguardando allo stesso tempo un passato fatto di storie e tradizioni. Il disegno di legge si suddivide in 19 articoli (“Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane”) ed è collegato alla manovra di bilancio approvato dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento, promosso dal ministro Gelmini, che ha la delega sulla montagna, introduce misure, anche fiscali, per sostenere la crescita dei Comuni montani e per contrastarne lo spopolamento.
Ripopolamento, scuola, sanità, “Io resto in montagna”: sono queste la parole d’ordine delle norme.
La novità è stata recepita positivamente da Uncem, Unione nazionale comuni comunità enti montani, che ripone grandi speranze in questo via libera al disegno di legge sullo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane. Il provvedimento promosso dal ministro Gelmini, che Uncem ringrazia insieme con il Presidente Draghi – come si legge in una nota – introduce misure, anche fiscali, per sostenere la crescita dei Comuni montani e per contrastarne lo spopolamento.
“Ringrazio il Ministro Gelmini, il Presidente Draghi, tutte le forze politiche che hanno lavorato finora a questo provvedimento – commenta il Presidente Uncem, Marco Bussone – Ora sono convinto possa esserci un’azione forte e coesa in Parlamento, per l’iter complessivo del ddl che deve definire come spendere bene per i territori 100 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio per il 2022 e 200 milioni dal 2023. Abbiamo lavorato al provvedimento e ora proseguiamo l’impegno con il Ministero degli Affari regionali, il Dipartimento che ha seguito finora l’iter del ddl, tutti i Sindaci che hanno contribuito con idee e proposte alla stesura del testo“.
Il disegno di legge interviene, in modo particolare, attraverso lo sviluppo dei seguenti punti:
- sanità di montagna (forme di incentivazione in favore dei medici e degli operatori socio sanitari che prestano la propria attività lavorativa nei Comuni montani);
- scuole di montagna (agevolazioni e premialità per gli insegnanti che prestano il servizio scolastico nelle aree montane);
- servizi di telefonia mobile e accesso a internet (Sono incentivati la copertura dell’accesso ad internet in banda ultralarga e gli interventi sulle infrastrutture idonei a garantire la continuità dei servizi di telefonia mobile);
- incentivi agli imprenditori agricoli e forestali (credito di imposta, agli imprenditori agricoli e forestali che esercitano la propria attività nei Comuni montani e che investono nelle pratiche benefiche per l’ambiente ed il clima);
- misure fiscali di favore per le imprese montane “giovani” (credito d’imposta per le piccole e microimprese che intraprendono la propria attività nei Comuni montani destinatari di tale forma di agevolazione e in cui il titolare o almeno uno degli esercenti non abbia compiuto 36 anni di età);
- misura “Io resto in montagna” (detrazioni sul mutuo per chi, con meno di 41 anni, acquista una prima casa in un Comune montano con meno di 2mila abitanti).
Coldiretti, con l’ok al ddl montagna energia anche da legno
L’approvazione del ddl sulla montagna rappresenta un’opportunità anche per ridurre la dipendenza dal gas russo, resa ancora più evidente dalla guerra in Ucraina, valorizzando l’uso del legno per la produzione di energia nazionale. Ad affermarlo è il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel ringraziare il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Maria Stella Gelmini dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge sullo sviluppo e la valorizzazione delle zone Montane che introduce misure, anche fiscali, per sostenere la crescita dei Comuni montani e per contrastarne lo spopolamento.
I boschi possono contribuire allo sviluppo di un’economia locale – aggiunge Prandini – incentrata sui principi della transizione ecologica e dell’economia circolare attraverso l’incentivazione del teleriscaldamento a biomassa che consente di garantire autonomia energetica, soprattutto termica, nelle zone montane non ancora raggiunte dalle reti gas.
La promozione del settore della produzione di calore ed elettricità rinnovabile – ricorda Coldiretti – può, tra l’altro, contare su circa 130 impianti operanti sul territorio nazionale per un totale di 453 MW di potenza a biomassa e con un risparmio di circa 200.000/300.000 tonnellate di CO2 all’anno.
Ma il via libera al ddl sulla montagna risponde anche al bisogno – spiega Coldiretti – di garantire più innovazione, ambiente e infrastrutture nei territori montani valorizzando e al ruolo fondamentale degli imprenditori agricoli nelle attività di presidio a salvaguardia del patrimonio idrico e boschivo contro il rischio di incendi e di dissesti di natura idrogeologica.
Il tutto in un momento in cui la guerra ha aumentato le difficoltà soprattutto per gli allevamenti a causa della carenza di cibo per gli animali, aggravando una situazione che ha visto centinaia di migliaia di aziende agricole a chiudere i battenti per la mancanza di opportunità.
I boschi costituiscono inoltre anche un serbatoio naturale per il sequestro del carbonio contribuendo a mitigare gli effetti del riscaldamento globale, ma pure un patrimonio ricco di biodiversità – evidenzia la Coldiretti – dal quale si ottengono legname e prodotti del sottobosco, funghi, tartufi, mirtilli, piccoli frutti e castagne, pinoli e fauna selvatica, oltre che un volano di promozione turistica.
L’Italia può contare infatti su oltre 7500 agriturismi situati in montagna – conclude Coldiretti – dove svolgono una funzione centrale a sostegno del turismo sostenibile essendo fortemente integrati nel territorio montano del quale seguono i ritmi con l’attività di coltivazione e di allevamento e ne tutelano l’identità anche nell’offerta enogastronomica.