E’ già da un po’ di giorni che la nostra redazione, nell’ambito delle indagini sulla possibile evoluzione per il prosieguo di marzo, sta mettendo in evidenza il rischio di una nuova fase invernale anche per il Mediterraneo centrale e l’Italia verso l’inizio della terza decade di marzo. Le ragioni che starebbero alla base di una possibile tendenza nuovamente a circolazione fredda, sono state rinvenute sino ad oggi essenzialmente nella Stratosfera, ossia nelle sezioni più alta della nostra atmosfera dove, evidentemente, le simulazioni dell’andamento termico prospettate dai modelli matematici sono più affidabili anche nel medio-lungo periodo per via della mancanza di influenze da parte di altre variabili che, invece, rendono il calcolo più difficile alle quote troposferiche.
In realtà andrebbe detto che proprio nelle ultime emissioni, anche i modelli deterministici iniziano a inquadrare una possibile azione fredda continentale nuovamente diretta verso il Mediterraneo centrale e l’Italia oltre che magari anche verso l’Europa centrale. Tuttavia, in questa sede, preferiamo rimarcare l’insistenza dei favori in alta Stratosfera in riferimento a una nuova possibile circolazione invernale continentale. Nell’immagine in evidenza, è rappresentato lo stato termico attuale nella sezione media-bassa della Stratosfera, intorno ai 20.000 m circa, quindi in una sezione non molto lontano dai confini della Troposfera. Ebbene, a oggi è riscontrabile un nucleo freddo ben posizionato proprio in corrispondenza della Calotta Polare, quindi con vortice ben strutturato e verosimilmente con buona influenza anche verso le sezioni basse della verticale polare. Dunque, poche possibilità, diremmo per circa una settimana, che possano incrementarsi azioni invernali alle medie-basse latitudini continentali e, quindi, anche nostre. Anzi, con buona probabilità per buona parte della prossima settimana, almeno per tutta la prima metà, il settore Mediterraneo e l’Italia potrebbero essere interessati da una moderata alta pressione, quindi da tempo più stabile e anche più mite in generale.
Però, come mostra la seconda immagine allegata e riferita alla medesima sezione stratosferica sulla verticale polare, nel giro di una settimana la situazione termica potrebbe sconvolgersi. Un poderoso riscaldamento in quella sede (che potrebbe configurarsi anche come final warming, ossia come riscaldamento finale che poi darebbe il via allo smantellamento della trottola fredda polare e, quindi, all’affermazione di un progressivo anticiclone primaverile-estivo, ma eventualmente da vagliare questa ipotesi) comporterebbe un significativo split, ossia una divisione del VPS, manovra che sul Vortice Polare Troposferico potrebbe tradursi magari non in una divisione netta, ma senz’altro nel rischio di un distacco di un lobo del vortice polare, verosimilmente dalla parte artica russa, e un suo orientamento verso l’Europa centrale e anche verso il nostro bacino. I tempi per questa possibile azione sarebbero intorno al 20 del mese, magari da qualche giorno prima o per qualche giorno dopo. Per quella fase, stando anche agli ultimissimi aggiornamenti nelle sezioni più alte dell’atmosfera, l’Italia e il Mediterraneo centrale potrebbero nuovamente trovarsi alle prese con l’azione di correnti fredde continentali e, quindi, con condizioni invernali. Per una evoluzione in tal senso deporrebbe anche l’ultimo aggiornamento in riferimento alla convenzione tropicale espressa con l’indice MJO, immagine 3, che vedrebbe un salto con buona magnitudo nella fasi prima 2 e poi 3, fase quest’ultima che sarebbe favorevole ad azione fredda continentale verso l’Italia. La redazione di MeteoWeb continuerà a monitorare l’evoluzione del tempo per il prosieguo di marzo, apportando quotidiani aggiornamenti.