Rinnovabili made in Italy per l’indipendenza energetica dalle importazioni di fossili

Lanciata la proposta di un Commissario straordinario per lo sblocco degli impianti rinnovabili, al fine di garantire all'Italia l'indipendenza energetica
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Un Commissario straordinario per lo sblocco degli impianti rinnovabili, già presentati ma ancora in lista d’attesa: è la proposta lanciata al convegno Italia e UE: indipendenza energetica e sfida EcoDigital, promosso su iniziativa della Senatrice Loredana De Petris in collaborazione con Fondazione UniVerdeFondazione Homo Ex MachinaTeleAmbiente e Radio Radicale che si è svolto questa mattina alla Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, presso il Senato della Repubblica, ed è stato trasmesso su Radio Radicale.

L’indipendenza energetica dell’Italia può realizzarsi con il massimo di efficienza e di produzione di energia dalle fonti rinnovabili. Il nostro Paese ha grande disponibilità di sole, vento ma anche idroelettrico e geotermia sostenibili e soprattutto può vantare una grande capacità tecnologica per trasformare le fonti gratuite in energia elettrica davvero disponibile. Si tratta di una strada percorribile, ma serve visione per porre in essere una risposta strutturale alla crisi energetica sulla via dell’indipendenza dalle importazioni. È l’appello lanciato

L’attuale crisi geopolitica è la dimostrazione di quanto sia necessario e urgente accelerare al massimo sulla transizione energetica. Lo ha ribadito la Senatrice Loredana De Petris, Presidente del Gruppo Misto al Senato della Repubblica: “La ricerca dell’indipendenza energetica, la necessità di non essere sempre esposti alle fluttuazioni del mercato e la battaglia contro i cambiamenti climatici, che è quella decisiva, sono oggi una cosa sola. Dobbiamo però essere consapevoli che proprio in questa occasione, quando la crisi imporrebbe di concentrare risorse ed energie solo sul passaggio alle rinnovabili, verranno operati tentativi di volgere le cose in senso opposto, di aumentare l’uso dei fossili in nome dell’emergenza, di rallentare invece che accelerare la transizione ecologica”.

La rivoluzione EcoDigital è un’opportunità da cogliere appieno in risposta alla crisi energetica. Lo ha sottolineato il Presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio“È una grande sfida che permetterà all’Italia una grande evoluzione. D’altra parte le esperienze delle due sfide EcoDigital del 2007, l’ecobonus e il Conto energia, hanno portato il nostro Paese ad avere record sia nell’adeguamento degli standard nell’edilizia sia nella produzione di energia ad esempio da fonte fotovoltaica. Le sfide sono anche i nuovi impianti eolici offshore e la copertura con il solare di tutte le superfici che non abbiano pregio artistico. Il fatto che l’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo aver portato in Italia i fondi della transizione ecologica e digitale, lanci oggi la sfida su una soluzione shock per le rinnovabili è sicuramente un buon segnale”.

Per superare lo stallo attuale, De Petris e Pecoraro Scanio hanno lanciato l’ipotesi di una figura preposta a liberare le opere già presentate ma ancora in lista d’attesa, ovvero un Commissario straordinario per lo sblocco degli impianti rinnovabili.

Caro prezzi, caro energia, necessità di approvvigionamento, autonomia e povertà energetica. L’ex Premier Giuseppe Conte ha rilanciato la necessità di un piano straordinario d’investimenti per accelerare la transizione energetica, con la proposta di un Recovery fund per le energie rinnovabili: “Serve ragionare con una strategia di Paese. La rivoluzione la dobbiamo perseguire attraverso l’impegno delle risorse finanziarie contro i costi spropositati dell’energia e le speculazioni. Le rinnovabili ci consentono di raggiungere la libertà, l’autonomia, di vincere il contrasto al cambiamento climatico. Bisogna operare una semplificazione, gli imprenditore del settore chiedono regole chiare”. Sulle risorse messe a disposizione dal Pnrr, “dobbiamo riuscire a rispettare il cronoprogramma previsto. L’unica possibilità per accelerare il percorso, oltre alla semplificazione, è mettere in atto un sistema di accountability, un monitoraggio trasparente e pubblico. Oltre a questo, occorre favorire l’allargamento delle aree idonee agli impianti rinnovabili e estendere il ruolo delle comunità energetiche”.

In collegamento video, il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dichiarato: “Investire in energie rinnovabili, in progetti di riqualificazione ambientale e di innovazione digitale nelle città è fondamentale per garantire al Paese una crescita e una ripresa verde ed equa. Stiamo vivendo anni molto difficili, in cui cedere all’immobilismo sembra la via più semplice. Invece, è proprio ora che non bisogna indietreggiare. Il percorso di transizione ecologica e digitale che è stato avviato a Milano, come in altre città, non può e non deve essere fermato adesso. Anzi, l’Italia e l’Unione Europea devono impegnarsi per mettere a frutto le esperienze e le competenze sviluppate in questi ambiti perché nell’ecosistema digitale, ambientale, sociale ed economico che abbiamo l’occasione di definire oggi cresceranno le opportunità dei nostri giovani”.

In un messaggio agli organizzatori del convegno, il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha sottolineato che il tema è di strettissima attualità: “Come Amministrazione comunale, per le competenze che le norme ci attribuiscono, stiamo lavorando ad un grande progetto sulla transizione ecologica della città di Napoli che rappresenterà anche un modo di approcciare in maniera integrata una grande sfida soprattutto in un territorio come il nostro la cui area metropolitana conta 3 milioni di abitanti. Dobbiamo anche creare la necessaria partecipazione sociale a questo processo per fare in modo che la transizione diventi anche uno strumento per creare nuove opportunità di comunità. In poche parole, occorre coniugare transizione ecologica ed equità: è questa la grande sfida che abbiamo davanti perché il tema della sostenibilità non deve essere un’opportunità per aumentare i divari, ma per ridurli”.

La sfida verde dell’Italia passa anche attraverso il coinvolgimento delle nuove generazioni nei processi decisionali e nell’attivismo civico. I giovani sono infatti sensibili alle problematiche ambientali e sociali e intendono essere protagonisti positivi della rivoluzione EcoDigital. Ne è convinto Jacopo Mele, Presidente della Fondazione Homo Ex Machina: “L’indipendenza energetica è un obiettivo a medio termine e per ottenerla è fondamentale costruire delle relazioni forti tra le generazioni, dare fiducia alla Next Gen è l’atto più a basso rischio che possiamo fare per risolvere la complessità che ci aspetta nei prossimi anni”.

Da parte sua, Chiara Schettino, Founder di Conthackto, ha presentato due best practice supportate dalla Fondazione UniVerde. Conthackto è un progetto volto alla crescita e all’orientamento per formare i ragazzi dalla 1° alla 5° superiore verso il mondo dell’intraprendenza: “Si propone di avvicinare i giovanissimi all’imprenditoria sostenibile e alla transizione ecologica allenando la capacità dei giovani a partecipare attivamente alle sfide sociali e ambientali che oggi siamo chiamati a fronteggiare. Con Rosso, da 6 mesi ci impegniamo nel sensibilizzare gli under 30 sulle donazioni del sangue rendendoli donatori abituali ottimizzando i processi”.

A fare il punto della situazione per il comparto delle rinnovabili e dell’elettrico, Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura, ha sottolineato: “Siamo in emergenza energetica perché il prezzo del gas, con cui produciamo il 60% dell’elettricità in Italia, è quadruplicato. L’aumento di prezzo più vorticoso è avvenuto prima della guerra, la sua volatilità ha cause strutturali. E strutturale deve essere la soluzione, come quella proposta da Elettricità Futura per tagliare del 20% le importazioni di gas in 3 anni: il settore elettrico è pronto ad installare 60 GW di rinnovabili, investire 85 miliardi di euro e creare 80.000 nuovi posti di lavoro. Mancano solo le autorizzazioni. Affinché vengano rilasciate, chiediamo la nomina di un Commissario straordinario per l’emergenza energetica”.

Per Livio de Santoli, Prorettore alla Sostenibilità presso la Sapienza Università di Roma, “l’eliminazione della dipendenza dal gas russo si può fare entro cinque anni, quella dal fossile entro dieci. C’è la tecnologia, sono state avanzate proposte e scenari, ci vuole una volontà politica seria e coraggiosa. Una libertà energetica contro le guerre e contro le disuguaglianze del mondo”.

Per non rischiare di andare fuori rotta verso gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e al 2050, l’Italia ha bisogno aumentare la penetrazione delle fonti di energia rinnovabile rispetto ai consumi totali, ridurre le emissioni di CO2, snellire le procedure burocratiche per l’installazione degli impianti, accelerare sugli attuativi, sull’autoproduzione da rinnovabili e sulle comunità energetiche.

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