Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato il divieto di importazione del petrolio e del gas naturale provenienti dalla Russia. Gli Stati Uniti hanno deciso di procedere, dunque, senza la partecipazione dell’Unione europea. Biden ha vantato l’accordo bipartisan in Usa sull’embargo sulle fonti energetiche provenienti dalla Russia e ha detto di capire che molti alleati non sono in grado di allinearsi su questa misura. “Il prezzo della benzina aumenterà ma faremo il possibile per minimizzare i danni, con gli alleati sbloccheremo le riserve strategiche. Intanto non sovvenzioniamo più la guerra di Putin: con le sanzioni, già adesso il Rublo vale meno di un Penny, un centesimo di dollaro americano. Difendere la libertà avrà un costo per i consumatori americani, soprattutto alla stazione di servizio. Farò di tutto per minimizzare l’aumento dei prezzi qui da noi, ma l’aggressione russa sta già avendo un costo su tutti noi. Putin non riuscirà a conquistare l’Ucraina, noi oggi colpendo la maggiore arteria dell’economia russa diamo un potente colpo alla macchina da guerra di Putin” ha aggiunto Biden.
Nel 2021, circa l’8% delle importazioni statunitensi di petrolio e prodotti raffinati è arrivato dalla Russia, ovvero circa 672.000 barili al giorno, secondo i dati del Wall Street Journal. Isolando il dato del greggio, si tratta di circa 200.000 barili al giorno, circa il 3% delle importazioni statunitensi.
A differenza degli USA, il Regno Unito si impegna a ridurre a zero le sue forniture energetiche di gas e petrolio dalla Russia “entro la fine del 2022“. Lo ha annunciato oggi il governo di Boris Johnson. L’isola, a differenza di diversi Paesi dell’Europa continentale, importa da Mosca un quantitativo residuale di queste materie prime rispetto al suo fabbisogno complessivo, quindi conta di staccare la spina alle forniture russe entro 9 mesi.
L’Unione Europea, invece, non ha preso alcuna decisione in tal senso e continua a pagare le (sempre più salate) materie prime russe.
Intanto il Petrolio vola a New York, dove le quotazioni balzano del 7,38% a 128,11 dollari al barile dopo l’annuncio del divieto delle importazioni dalla Russia negli Stati Uniti.