Covid, centinaia di container ferme al porto di Shanghai: rischio di paralisi mondiale

Shanghai è il principale snodo del pianeta delle portacontainer ma l’attività del porto sta rischiando la totale paralisi a causa dell'estremo lockdown imposto contro la nuova ondata di casi Covid
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Il lockdown estremo imposto a Shanghai al fine di contenere la nuova ondata di casi Covid ha lasciato la megalopoli cinese di 25 milioni di abitanti praticamente paralizzata. Le misure estreme hanno scatenato la rabbia dei cittadini, mentre sono sorti numerosi problemi a causa della lunga durata del lockdown, come gravi ripercussioni sulla produzione e sulle catene di approvvigionamento locali e internazionali.

A seguito del lockdown, anche il porto di Shanghai ha registrato grossi problemi: secondo i calcoli di Bloomberg, è stata registrata una punta massima di 477 portacontainer ferme all’11 aprile. La megalopoli cinese è il principale snodo del pianeta delle portacontainer ma l’attività del porto sta rischiando la totale paralisi nella situazione attuale. Da Shanghai, il più grande porto commerciale del mondo, ogni anno transitano oltre 4 milioni di tonnellate di merci. Il rischio è quello di un effetto a catena in grado di far rallentare le catene di approvvigionamento globali, dalla tecnologia all’alimentazione.

E pensare che in occasione del lockdown del 2021, il numero di navi bloccate a Shanghai non ha mai superato il numero di 200. Eppure la variante Omicron, sebbene più lieve rispetto alle precedenti, ha stravolto le cose in Cina, che continua a seguire il suo approccio di “tolleranza zero” con una variante che però è molto più contagiosa. Insomma, il porto di Shanghai si ritrova ad avere più navi ferme rispetto a quando la variante del SARS-CoV-2 in circolazione era più pericolosa.

Secondo armatori e commercianti, la carenza di lavoratori portuali a Shanghai sta rallentando la consegna della documentazione necessaria alle navi per scaricare i carichi. Nel frattempo, le navi che trasportano metalli come rame e minerale di ferro vengono lasciate in mare aperto poiché i camion non sono in grado di inviare merci dal porto agli stabilimenti di lavorazione.

Questa situazione al porto di Shanghai sta avendo effetti anche su altri porti, dove vengono dirottate delle navi. È il caso, per esempio, dei porti di Qingdao e Tianjin. Il porto di Tianjin registrava 54 navi in ​​attesa l’11 aprile, per un aumento del 29% in un mese.

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