USA, corsa a gas e petrolio: Biden non mantiene le promesse e avvia nuove trivellazioni

Era febbraio di due anni quando Biden assicurava: "Mai più trivellazioni su terreni pubblici. Punto. Punto. Punto". Eppure ora sembra aver cambiato idea
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Joe Biden ha deciso di cedere migliaia di ettari di terreno pubblico in tutti gli Stati Uniti per nuove trivellazioni alla ricerca di gas e petrolio. La scelta è stata fatta dall’amministrazione americana per cercare di combattere l’impennata dei prezzi dell’energia causata dalla guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina, ma che verosimilmente non sarà vista di buon grano da parte dell’eletto democratico, alquanto scontento delle politiche del presidente in materia ambientale. Dalla prossima settimana il dipartimento degli Interni metterà a disposizione 145.000 acri pubblici (quasi 59.000 ettari) in nove stati.

Per evitare rivolte da parte delle comunità locali, Biden ha assicurato che i terreni saranno vicino a strutture per l’estrazione del petrolio e del gas già esistenti. Inoltre il governo aumenterà dal 12,5% al ​​18,5% il canone delle concessioni dovuto dalle società minerarie. La segretaria degli Interni, Deb Haaland, ha precisato che si tratta dell’80% di acri in meno di quelli pensati originariamente e che il dipartimento monitorerà rendendo pubbliche le emissioni di gas serra che le nuove estrazioni produrranno. Nonostante tutto ciò gli ambientalisti sono sul piede di guerra: Biden si è presentato come il presidente più protettivo nei confronti del clima di sempre, ma finora le sue politiche ambientali sono state disattese. Basti pensare che ad inizio mandato il presidente aveva emesso un ordine previsto che vietava temporaneamente nuove concessioni su terreni federali.

A febbraio di due anni fa Biden aveva assicurato: “Mai più trivellazioni su terreni pubblici. Punto. Punto. Punto“.

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