Homo sapiens: studio svela ripetute espansioni nell’Eurasia paleolitica da un centro di popolazione fuori dall’Africa

Un nuovo studio ha svelato che la colonizzazione dell'Eurasia da parte di Homo sapiens è avvenuta attraverso almeno tre ondate di espansione a partire da un hub fuori dall'Africa
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Resti di Homo sapiens rinvenuti nella grotta di Bacho Kiro (nell’attuale Bulgaria) ed analizzati circa un anno fa hanno mostrato un risultato sorprendente: questi individui erano geneticamente piu’ simili alle moderne popolazioni dell’Asia orientale che agli Europei moderni. Nonostante siano stati proposti vari scenari per spiegare la scoperta, questo risultato ha finora sollevato piu’ domande che risposte riguardo agli antichi movimenti di popolazione che potrebbero spiegare la presenza di individui con tali caratteristiche genetiche nell’Europa di 45.000 anni fa.

Ora un nuovo studio ha cercato di risolvere il mistero, da un lato contestualizzando questi individui nell’ambito degli altri genomi eurasiatici del Paleolitico e dall’altro analizzando congiuntamente genetica ed evidenze archeologiche. Lo studio, pubblicato su “Genome Biology and Evolution” con il titolo “Genetics and material culture support repeated expansions into Paleolithic Eurasia from a population Hub out of Africa”, ha svelato che la colonizzazione dell’Eurasia da parte di Homo sapiens e’ avvenuta attraverso almeno tre ondate di espansione a partire da un hub fuori dall’Africa.

La ricerca e’ stata condotta dal Dot. Leonardo Vallini e dal Professor Luca Pagani del Dipartimento di Biologia dell’Universita’ di Padova, in collaborazione con la Dott.ssa Giulia Marciani e il Professor Stefano Benazzi dell’Universita’ di Bologna.

Nello scenario proposto dagli autori, la colonizzazione dell’Eurasia e’ stata caratterizzata da ripetuti eventi di espansione ed estinzione locali a partire da un hub di popolazione, dove gli antenati di tutti gli eurasiatici hanno abitato dopo essersi avventurati fuori dall’Africa circa 70-60.000 anni fa. Una prima espansione di Homo sapiens, che non ha lasciato discendenti, avrebbe avuto luogo prima di 45.000 anni fa. Non e’ ancora chiaro quanto sia stata ampia dal momento che finora e’ stato identificato geneticamente un solo rappresentante di questa migrazione – scoperto nell’attuale Repubblica Ceca – e non assimilabile ne’ alle popolazioni europee ne’ a quelle asiatiche.

Successivamente intorno a 45.000 anni fa, una nuova espansione, associata a una modalita’ di produzione di strumenti in pietra nota come Paleolitico Superiore Iniziale, si propago’ dall’hub e colonizzo’ una vasta area che andava dall’Europa all’Asia orientale e all’Oceania”, spiega Leonardo Vallini, primo autore dello studio. Ma mentre i discendenti di questi antichi coloni in Asia hanno prosperato e ancora oggi abitano quelle regioni, quelli in Europa si sono gradualmente estinti, lasciandosi alle spalle solo poche tracce in siti come Bacho Kiro, Oase in Romania e pochi altri. “E’ curioso notare che, piu’ o meno nello stesso periodo, anche gli ultimi Neanderthal si estinsero“, afferma Giulia Marciani, ricercatrice dell’Universita’ di Bologna e coautrice dello studio.

Infine, un’ultima espansione avvenne prima di 38.000 anni fa e ricolonizzo’ l’Europa a partire dalla stessa popolazione hub e la cui localizzazione e’ ancora da chiarire. Sebbene anche in Europa ci siano state interazioni occasionali con alcuni superstiti dell’ondata precedente, una mescolanza estesa e generalizzata tra le due ondate ha avuto luogo solo in Siberia, dove ha dato origine ad una popolazione nota come Ancestral North Eurasian, che in seguito contribuira’ al genoma dei nativi americani“, spiega Luca Pagani, coordinatore dello studio.

Questa espansione e’ associata ad un diverso tipo di cultura materiale, denominato Paleolitico Superiore, che caratterizza i principali siti paleolitici europei. “E’ degno di nota il fatto che, da un punto di vista culturale, questi nuovi strumenti di pietra sono spesso stati interpretati come il risultato di uno sviluppo indipendente piuttosto che uno sviluppo locale di tecnologie preesistenti in Europa: e’ incoraggiante vedere che le conclusioni genetiche e culturali possono essere conciliate in uno scenario globale“, sottolinea Telmo Pievani dell’Universita’ di Padova e coautore dello studio.

Gli autori concludono che ulteriori sforzi dovrebbero essere diretti a chiarire la collocazione geografica dell’hub, nonche’ a identificare le cause interne ed esterne alla base di questi antichi movimenti di popolazione, cosi’ come le dinamiche culturali ad essi associate.

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