Scienza: i calamari cambiano colore per mimetizzarsi con l’ambiente

Un recente studio ha fatto luce su una caratteristica mai individuata fino ad ora sui calamari: sono in grado di mimetizzarsi in base all'ambiente
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I calamari sono camaleontici. Sono infatti in grado di mimetizzarsi cambiando colore, per evitare i predatori come polpi e seppie. A giungere a questa conclusione sono stati gli ampi studi dell’Unità di Fisica e Biologia dell’Okinawa Institute of Science and Technology Graduate University (Oist), i cui risultati sono stati pubblicati in uno studio su Scientific Reports. Questo apre la strada di ricerca su come i calamari vedono e percepiscono il mondo che li circonda. Mentre polpi e seppie sono noti per il loro uso del mimetismo cambiando colore rispetto all’ambiente circostante, in un terzo tipo di cefalopode, per il calamaro non è mai stata segnalata prima questa capacità.

Per determinarlo, gli atleti hanno eseguito un esperimento di laboratorio per registrare le capacità di mimetizzazione del calamaro. Quando i calamari erano in un lato pulito di una vasca erano di colore chiaro, ma quando erano sopra le alghe, diventavano subito più scuri. “I calamari di solito si librano in mare aperto, ma volevamo scoprire cosa succede quando si avvicinano un po’ a una barriera corallina o se vengono inseguiti da un predatore sul fondo dell’oceano – ha spiegato uno dei tre primi autori, Ryuta Nakajima, ricercatore ospite dell’Oist – se il substrato è importante per i calamari per evitare la predazione, ciò indica che l’aumento o la resistenza delle popolazioni di calamari sono ancora più legate alla salute della barriera corallina legati di quanto pensassimo“.

Precedenti studi sul mimetismo dei cefalopodi sono stati condotti perlopiù su seppie e polpi. I calamari, in quanto animale che tende a vivere in mare aperto, sono notoriamente difficili da tenere in cattività e quindi sono state poche le ricerche fatte in questa direzione, ma dal i ricercatori dell’Unità di Fisica hanno allevato una specie di calamaro ovale in cattività. “Questo effetto è davvero sorprendente. Sono ancora sorpreso che nessuno abbia notato questa capacità prima di noi – ha detto un altro primo autore, Zdenek Lajbnere mostra quanto poco sappiamo di questi meravigliosi animali“.

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