Interventi laser inappropriati per la miopia, lo specialista: “un rischio per la vista di migliaia di pazienti”

A lanciare l'allarme è il direttore del reparto di oculistica del Santa Maria delle Grazie Mario Sbordone
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«C’è la tendenza ancora troppo diffusa ad operare con il laser miopie di alto grado, per le quali sarebbe più indicato un diverso tipo di intervento. Se nei prossimi anni non riusciremo a cambiare questo atteggiamento i rischi per la vista di moltissimi pazienti continueranno ad essere enormi»: a lanciare un allarme su uno dei temi caldi trattati oggi a Pozzuoli dai maggiori esperti campani del settore, il direttore del reparto di oculistica del Santa Maria delle Grazie Mario Sbordone. «Per le miopie di alto grado – ha spiegato lo specialista – è necessario operare impiantando dei particolari cristallini all’interno dell’occhio, in questo modo si evita di compromettere la vista del paziente». Altro tema di grande preoccupazione per gli esperti campani emerso nel corso dell’update su tutte le innovazioni che riguardano la superficie oculare e la chirurgia oftalmica è quello dell’abuso degli antibiotici. «Siamo molto preoccupati per gli effetti che derivano dall’abuso di antibiotici in pazienti che devono essere operati di cataratta. Per questo raccomandiamo nella fase pre operatoria di usare colliri antisettici e nel post intervento di limitare la terapia a 7 giorni, non più a 15 o 20 giorni».
Centrale anche il problema del glaucoma, vera e propria emergenza che costa al sistema sanitario campano centinaia di migliaia di euro ogni anno a causa di errate convinzioni di alcuni specialisti, ma anche diagnosi tardive. «Ancora oggi – spiega il primario – ci sono colleghi che ritengono opportuno evitare l’intervento chirurgico, senza considerare che le tecniche mini-invasive possono aiutate i pazienti affetti da glaucoma a preservare la vista senza dover sopportare gli effetti collaterali degli interventi tradizionali. Dunque, una chirurgia “light” molto efficace, che è sempre preferibile ad un uso prolungato di colliri». Molte anche le diagnosi saltate a causa di una scarsa attenzione ai controlli da parte dei pazienti e, purtroppo, anche ai problemi causati dalla pandemia. «In questi mesi – prosegue lo specialista – osserviamo diverse forme ormai avanzate della malattia, legate alla scelta dei pazienti di evitare controlli per paura del contagio o, peggio ancora, all’impossibilità di effettuare visite o interventi nei momenti più caldi della pandemia».
Proprio per evitare disagi e danni per i pazienti, il reparto diretto da Mario Sbordone ha sempre continuato l’attività operatoria per questa patologia. «Mediamente al Santa Maria delle Grazie – dice – portiamo a termine 150 interventi l’anno solo per la cura del glaucoma. La nostra regione vanta un livello di cura delle patologie oculari eccellente, la sanità campana in questo senso è protagonista di un cambio di passo importante, anche grazie all’immissione in servizio di molti giovani medici. Ai cittadini bisogna far comprendere che, nei casi che non rispondono a una terapia con massimo due colliri, scegliere l’operazione è il modo migliore per preservare la vista; l’intervento è ormai estremamente affidabile e in Campania si possono avere ottime cure».

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