Il popolamento iniziale delle remote isole del Pacifico fu una delle più grandi migrazioni della storia umana, iniziata tre millenni fa dai gruppi culturali Lapita. La diffusione di Lapita da un’ancestrale patria asiatica è una narrazione dominante nelle origini dei popoli del Pacifico, e sebbene l’isola della Nuova Guinea sia stata a lungo riconosciuta come un trampolino di lancio per il popolamento dell’Oceania, il ruolo delle popolazioni indigene in questa straordinaria fase di esplorazione rimane in gran parte non testato.
In un recente studio pubblicato su Nature, un’equipe di ricercatori ha riportato “le prime prove di animali introdotti da Lapita, tecnologia dell’osso di tartaruga e ripetute importazioni di ossidiana nella Nuova Guinea meridionale 3.480-3.060 anni fa, in sincronia con l’istituzione dei primi insediamenti di Lapita conosciuti a 700 km di distanza. I nostri risultati precedono le migrazioni sostenute di Lapita e le introduzioni di ceramiche di diversi secoli, si verificano insieme alle tecnologie indigene e suggeriscono continue influenze multiculturali sulla diversità della popolazione nonostante la sostituzione della lingua“.
“Il nostro lavoro – precisano gli esperti – mostra che l’espansione iniziale di Lapita in tutta l’isola della Nuova Guinea è stata più ampia di quanto si pensasse in precedenza, con i contatti indigeni che influenzavano i percorsi migratori e le strategie di passaggio da un’isola all’altra che sono culminate in un insediamento rapido e mirato in tutto il Pacifico. Le successive dispersioni di Lapita attraverso la Nuova Guinea furono facilitate da precedenti contatti con le popolazioni indigene e influenzarono profondamente la regione come centro globale di diversità culturale e linguistica, con i contatti indigeni che influenzano i percorsi migratori e le strategie da un’isola all’altra che sono culminate in un insediamento rapido e mirato in tutto il Pacifico“.