Uno studio americano ha portato ad una importante scoperta: gli ovociti, le cellule riproduttive femminili, hanno un’arma anti-eta’ contro le mutazioni dannose che avvengono nel Dna dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. Lo studio è stato guidato dall’Universita’ della Pennsylvania e pubblicato sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). Nel team di ricerca anche l’italiana Francesca Chiaromonte, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Le mutazioni, analizzate in femmine di macaco rhesus, si accumulano molto piu’ lentamente negli ovociti rispetto ad altre cellule del corpo, fatto che indica la presenza di un meccanismo di difesa ancora sconosciuto. La scoperta è ancora più importante alla luce del fatto che oggi le donne hanno figli ad un’eta’ maggiore rispetto al passato.
Molte malattie genetiche umane sono causate da mutazioni nel Dna mitocondriale, che viene trasmesso ai figli soltanto dalla madre. I ricercatori hanno utilizzato un particolare metodo di sequenziamento del Dna, detto Duplex, che permette di analizzare indipendentemente i due filamenti della doppia elica, riducendo cosi’ di diversi ordini di grandezza il tasso di errore. In questo modo, gli autori dello studio hanno identificato 17.637 nuove mutazioni avvenute nelle scimmie tra 1 e 23 anni, quindi durante tutta la loro vita riproduttiva. Mentre la frequenza con cui compaiono le mutazioni nel fegato e nel muscolo e’ decisamente piu’ alta e cresce al crescere dell’eta’, negli ovociti l’aumento della frequenza si arresta dopo i 9 anni di eta’ e si mantiene poi stabile. Questo vuol dire che queste particolari cellule hanno messo a punto efficaci contromisure contro l’avanzare dell’eta’. Forse i mitocondri che accumulano troppe mutazioni vengono distrutti, oppure la stessa sorte tocca successivamente agli ovociti che portano Dna alterato.