L’antica Strada Regia delle Calabrie di epoca borbonica ora è sui sistemi satellitari

“Georeferenziata sui sistemi satellitari la Napoli – Reggio Calabria dell’ ‘800: la strada che potrà salvare i borghi dell’Appennino e rappresentare un modello italiano nel Mondo!”
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Con uno studio di 8 anni basato sull’incontro viso a viso con la gente del posto, quella comune che vive il quotidiano e che allo stesso tempo custodisce memorie e tradizioni, sono venuti alla luce tutti i luoghi della Strada Regia delle Calabrie. Era la più lunga via di comunicazione anche per i viaggiatori del Gran Tour! Ad esempio, tra Lagonegro e Lauria, in Basilicata c’è una testimonianza eccezionale : Elogium di Polla,  una lapide scritta in un latino arcaico in cui il costruttore elogia il suo operato con ostentazione e precisione di dettagli. Nel 1778, Ferdinando IV decise di realizzare la Via Regia delle Calabrie e nel 1784, quasi a tempi di record, la strada era già completa fino a Casalbuono. Dunque in 6 anni vennero realizzate ben 88 miglia di strada.   Alla fine del Settecento il collegamento tra Napoli e le province di Basilicata e Calabria può finalmente dotarsi di una strada concepita secondo le moderne tecniche costruttive, “rotabile” quasi per tutta la sua lunghezza di 280 miglia”. Lo ha dichiarato Luca Esposito, delegato di Archeoclub D’Italia al Programma di Valorizzazione dei Borghi sulla Via Regia delle Calabrie e autore dello studio: “La Strada Regia delle Calabrie. Ricostruzione storico-cartografica dell’itinerario postale tra fine Settecento e inizio Ottocento, da Napoli a Castrovillari” che è possibile scaricare da Accademia.eu.

Borghi  e vette

In Italia ci sono borghi come Auletta, o ancora Casalbuono, Sicignano, piccoli ma grandi per cuore e storia e l’elenco potrebbe essere infinito: Serre, Nemoli, Rotonda, Castelluccio Superiore ma c’è anche Castelluccio Inferiore, ed ancora Petina, Montesano, Rivello, Castrovillari, Morano Calabro. Borghi per tutti gusti, di tutte le epoche, per tutte le tradizioni in grado di inoltrarci nel tempo. E’ l’Italia che è così! Un territorio il cui contesto storico è arricchito dal contesto ambientale dell’Appennino. Borghi arroccati su rocce, ma anche lungo versanti e pronti a guardare dall’alto e dal basso fiumi e laghi. E ci sono i Parchi  – ha proseguito Luca Esposito – come il Cilento ed il Pollino, Geoparchi Patrimonio dell’Umanità. Ci sono vette: il Cervati (1898 metri), il Gelbison (1705 metri), gli Alburni (1742 metri), il Monte Stella (1131 metri) e il Monte Bulgheria (1225 metri), o ancora il Serra Dolcedorme (2.267 m), Monte Pollino (2.248 m), Serra del Prete (2.181 m), Serra delle Ciavole (2.130 m), Serra di Crispo (2.054 m), il Cozzo del Pellegrino (1.987m),la Manfriana (1.981 m) e ci sono epoche, storie, culture, ambiente, archeologia, arte. Tutto è in sintesi racchiuso lungo la Via Regia delle Calabrie: dal basolato romano al Castello Normanno – Svevo di Castrovillari, dai ponti borbonici, ai Musei archeologici, dai Geo – Siti di Pertosa, del Pollino, del Cilento ai cammini, alle piste fluviali percorribili in piccoli ma spettacolari borghi. Dai presepi la cui bellezza è figlia della creatività umana, antropologicamente pieni, come Morano Calabro, il Presepe del Pollino, ai presepi opere d’arte i cui pastori vestono costumi tradizionali del posto come ad esempio a Castrovillari”.

Con uno studio durato ben 8 anni abbiamo ritrovato la Via Regia delle Calabrie, la Napoli – Reggio Calabria di fine ‘700.  La salviamo avendola georeferenziata sui sistemi satellitari che ne conserveranno per sempre memoria e percorsi. Contro lo spopolamento dei Borghi è però necessario investire i fondi del PNRR per la loro valorizzazione. Ad esempio la Via Regia delle Calabrie – ha continuato Esposito –  un tempo percorsa dai grandi viaggiatori del Gran Tour è una vera opportunità. In alcuni casi i borghi, soprattutto dell’Appennino, negli ultimi 50 anni hanno visto uno spopolamento anche del 40%. E’ la stessa via percorsa prima da Pisacane e poi da Garibaldi durante l’epopea risorgimentale, ma anche dall’esercito inglese, da quello francese e dai grandi scrittori, viaggiatori.

Un’arteria percorsa da Carlo V d’Asburgo, nel suo viaggio trionfale di rientro dalla celebre crociata in territorio africano. Poi Giuseppe BonaparteGioacchino Murat, il Cardinale Ruffo, i grandi scrittori ed i grandi viaggiatori dell’epoca. Abbiamo ritrovato le Taverne dove alloggiarono. Ma non pochi furono gli eventi storici lungo la Via Regia delle Calabrie ed anche di natura militare, come ad esempio nel 1808 una spedizione della marina inglese che mirava a sollevare le popolazioni cilentane contro i francesi e quarant’anni dopo, uno sbarco di truppe borboniche per sedare i moti rivoluzionari del 1848, mentre nel 1806 la battaglia di Campotenese che vide contrapporsi esercito borbonico ed esercito francese.  Al miglio 87 c’è il vecchio caseggiato che ospitava la Gendarmeria Borbonica, poi con ogni probabilità anche antica stazione postale! Il Fortino francese in Basilicata! C’è un paesino che si chiama Casaletto Spartano ed è un luogo che invece rivestiva un importante ruolo “strategico” sotto l’aspetto militare, in quanto si trova sul confine tra Campania e Basilicata. Questo paesino collegava l’approdo marittimo di Sapri con la più importante arteria stradale del sud Italia. Tale aspetto fu subito colto dagli ingegneri dell’esercito francese, che tra il 1806 e il 1809, nell’ambito di una più ampia opera di fortificazione delle montagne circostanti ordinata dal barone di Desvernois, richiamato in Basilicata per debellare il crescente fenomeno del brigantaggio, costruirono il Fortino. Ad Auletta, in Campania è invece possibile ammirare il ponte romano del II a.C. ma anche i sentieri del Tanagro, le grotte carsiche, il castello che ospitò il re Alfonso d’Aragona; il Re Ferdinando I d’Aragona, il Principe Alfonso d’Aragona,   il Re Federico I d’Aragona, l’Imperatore Carlo V, il Principe Umberto di Savoia con la sua consorte la principessa Maria Josè. Ma Auletta ha le antiche stazioni postali borboniche ed è modello post – sisma del 1980!”.

Il rilancio dei borghi dell’Appennino

Ora il trend potrebbe davvero essere definitivamente invertito. Archeoclub D’Italia e Comuni hanno creato un progetto che andrà a riqualificare i borghi della Via Regia delle Calabrie – ha dichiarato Luca Esposito – luogo di grandi eventi storici di qualsiasi epoca. La Via Regia si incrocia anche con l’antica Consolare romana, Via Popilia, ad esempio! Considerato il crescente interesse che oggi riscuote il viaggiare “a piedi”, i dati statistici relativi al Cammino di Santiago alla Via Francigena  ed al Cammino di Assisi, ad esempio, sebbene risentano di una forte attrattiva “spirituale”, indicano un’affluenza di persone in transito che è triplicata negli ultimi 5 anni, la Via Regia delle Calabrie percorsa dai viaggiatori del Gran Tour potrebbe contribuire alla ripartenza dell’Italia e a contrastare lo spopolamento dei borghi.

Lo studio condotto sul campo ha consentito anche di georeferenziare la Via Regia delle Calabrie. Dunque oggi la Napoli – Reggio Calabria  di fine ‘700, grazie a questo studio è riscontrabile sui sistemi satellitari. Borghi, territori, taverne antiche, osterie, intere comunità multietniche che nel tempo hanno fatto della diversità una grande ricchezza. Ho incontrato persone sensibili all’aspetto della storia territoriale del paesaggio. Ho attraversato anche un paesino della Basilicata che è Nemoli dove abbiamo trovato il Ponte delle Scene conosciuto dal popolo locale come il Ponte dello Scemo. In località Postiglione, in Campania vi era la notissima Osteria della Duchessa dirimpetto alla quale si innalzava, alto e robusto, il Casino, un insieme di antiche dimore, giardini, scuderie e carrozze che fungeva da stazione di posta, osteria nonché punto di sosta e cambio di cavalli. Dunque stalle, dispense, cucine dove si lavorava la pasta, la cappella di San Lorenzo, l’antico ufficio postale, tutto di epoca borbonica.  Qui, il 5 settembre del 1860, passò la brigata dei mille comandata da Garibaldi”.

Il fascino di respirare l’aperta campagna  e passo, passo, magari in bicicletta, trovare Fontane antiche, sorgenti che hanno fatto parte della storia ottocentesca ma anche romana dell’Italia! Poi accompagnati da fiumi e verdi valli, restare meravigliati dinanzi a Cappelle e Ponti davvero potenti! E c’è il grande architetto Vanvitelli che ci aspetta! Ma anche il Battistero Paleocristiano sull’acqua! Che emozione! Anzi che emozioni e narrazione!

Ma è in aperta campagna che ad un certo punto, lungo la Via Regia, si trova la Fontana della Regina Margherita, bella impetuosa, pittoresca costruzione in stile barocco con relativa lapide ed iscrizione latina, fatta realizzare da Ferdinando IV di Borbone nel 1793, durante uno dei suoi viaggi in Sicilia, per ricordare e celebrare la sorgente che con le sue acque placò la sete della real consorte. Ma abbiamo anche antichi ponti non solo romani ma settecenteschi come ad esempio, al chilometro 45 della Via Regia delle Calabrie c’è il ponte settecentesco sul torrente S. Onofrio, che presenta ancora la struttura arcuata in pietra di matrice settecentesca. Ad Auletta sul Tanagro troviamo la Taverna del Marchese perché al tempo proprietà del marchese Scanderberg, con annessa stazione di posta di Auletta. Lungo la Via Regia delle Calabrie c’è un incrocio che conduce al Real Casino di Persano, residenza di caccia realizzata nel 1752 su ordine di Carlo di Borbone, la cui costruzione fu affidata all’ingegnere militare Giovanni Domenico Piana, che, dopo aver demolito completamente un vecchio edificio preesistente, realizzò questa nuova struttura – ha proseguito Esposito –  successivamente rimaneggiata dal Vanvitelli nel 1753″.

Un grande patrimonio da valorizzare. Ad esempio nel territorio di Padula,  il Battistero di S. Giovanni in Fonte. Si tratta di un Battistero  di origine paleocristiana. Con ogni probabilità l’edificazione del Battistero risalirebbe al V secolo, legata all’evangelizzazione della zona operata da S. Prisco e da S. Paolino. La prima menzione dell’edificio, compare per la prima volta nel periodo normanno, quando fu concesso da Ruggero II ai Cavalieri Templari, protettori dei luoghi sacri della Terra Santa. Lì abbiamo quattro affreschi raffiguranti i volti dei quattro Evangelisti databili alla stessa epoca di fondazione del Battistero e probabilmente in rapporto con la ritrattistica imperiale di età costantiniana. Gli affreschi sono attualmente conservati nei depositi della Certosa di Padula.

Ma la suggestione maggiore di questo monumento della cristianità è data dal flusso di acqua sorgiva che lo attraversa, che richiama un passo del Profeta Ezechiele.

E sotto il Battistero Paleocristiano nasce anche un torrente sul quale passa il Ponte di Fonti”.

Le sorgenti di Cicerone e l’antica Nerulum

Tracciati di epoca romana, ma molteplici osterie, taverne, ben 14 stazioni postali ottocentesche, geo – siti, oasi naturali, palazzi ducali: tutto questo è lungo la ritrovata Via Regia delle Calabrie ma anche strada delle memorie!

A Sicignano degli Alburni, il grande oratore Cicerone riuscì a dissetarsi. Procedendo lungo l’ex S.S. 19, invece, è possibile raggiungere la località in cui gli archeologi sostengono dovesse trovarsi il sito dell’antica Nerulum o Nerulos , ovvero la statio di origini romane riportata sulla Tabula Peutingeriana che, stando all’Itinerarium Antonini, era posta sull’importantissimo crocevia stradale tra la via Capua-Regium o Popilia e la via Herculea. Il luogo dei ritrovamenti è la contrada “Vigna della Corte” in territorio di Castelluccio Inferiore. Lungo la Via Regia ci sono numerose taverne ma anche tanti uffici postali di allora. Ad esempio la Taverna Cioffi  divenuta famosa per aver dato rifugio per una notte a Carlo Pisacane, il 29 Giugno del 1857 e tre anni più tardi, il 4 settembre 1860,per aver ospitato Giuseppe Garibaldi, che tra quelle mura radunò il suo Stato Maggiore, prendendo importanti decisioni per il prosieguo della spedizione. Ed ancora la Taverna delle Armi che lo storico Luca Esposito è riuscito a ritrovare nella boscaglia. Conosciuta come la Taverna di Castelluccio, viene documentata per la prima volta nel 1749.

Il 42% degli italiani predilige un turismo lento

Il 42% degli italiani predilige un turismo lento e comunque un turismo sostenibile. Partendo dall’analisi dell’Atlante del Regno di Napoli di Rizzi Zannoni, ho ricostruito il tracciato borbonicoha concluso Esposito –  evidenziando gli aspetti architettonici e paesaggistici dei territori attraversati, proponendo la rivalorizzazione del patrimonio culturale di borghi e luoghi esclusi dai principali itinerari turistici, ne è venuta fuori una narrazione innovativa ma soprattutto riproducendo l’antica Strada Regia delle Calabrie su attuali sistemi satellitari andiamo a mantenere la memoria storica di questo importante percorso. Un itinerario che andrà ad aiutare i borghi dell’Appennino a non spopolarsi. La grande opportunità di un turismo esperenziale basato sull’incontro viso a viso con la gente.  Ed ecco le taverne antiche e che oggi potremmo paragonare alle aree di servizio sulle nostre autostrade. Si trattata di punti di ristoro, una sorta di aree di servizio di oggi, che si trovavano lungo la Via Regia delle Calabrie, costruita dai Borboni come via di collegamento fino alla Calabria.  O ancora ecco le cappelle borboniche come quella sul maestoso Ponte di Campostrino, potente, per dare la possibilità alle maestranze di pregare prima di iniziare a lavorare. O ancora la cappella borbonica che all’interno del Castello di Castrovillari, per un tempo carcere, guarda in direzione delle celle perché i prigionieri avessero comunque diritto alla preghiera!

Tutto questo lo si vede, come ancora l’antica Taverna degli Impisi. A Nemoli la Taverna del Postiere, a Castrovillari l’antica posta.  Non solo antiche stazioni postali ma nel verde dei territori, con i colori dei fiumi, i profumi della biodiversità, abbiamo musei, Palazzi Ducali, Castelli, sempre lungo la Via Regia delle Calabrie, quella strada che potrà salvare i borghi dell’Appennino e far nascere un modello da esportare nel Mondo!”.

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