Ucraina, Franceschini: “le sanzioni siano dure, anche a costo di sacrifici in casa nostra”

Per il ministro Franceschini, "sul tema del GAS ci vuole più coraggio. Se non possiamo e non vogliamo usare le armi dobbiamo usare altri strumenti"
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Sul gas l’Ue dovrà superare il meccanismo dell’unanimità e prendere decisioni comuni“. Così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ospite a ‘Che tempo che fa’, su Rai3, in merito al conflitto in Ucraina. “E’ una decisione che bisogna prendere a livello europeo. Sul tema del GAS ci vuole più coraggio. Se non possiamo e non vogliamo usare le armi dobbiamo usare altri strumenti, quindi le sanzioni devono essere più dure, anche a costo di sacrifici a casa nostra“, ha precisato Franceschini.

E per Franceschini è indispensabile anche aiutare l’Ucraina, partendo anche dalla cultura. “La ricostruzione del teatro di Mariupol? E’ giusto che l’Italia se ne occupi. E’ un piccolo aiuto. D’altra parte l’Unesco ci ricorda che la cultura è patrimonio dell’umanità. La cultura è sinonimo di libertà – ha precisato il ministro – Odessa è una città molto ‘italiana’, con un legame fortissimo con il nostro Paese che dura da secoli“. Per questo motivo “noi sosterremo la candidatura di Odessa patrimonio dell’umanità: un modo per dire ‘non toccatela'”, ha sottolineato.

Odessa – ha detto – è particolarmente legata all’Italia, lì è stata scritta O’ sole mio e li tanta arte e architettura viene dal nostro paese, bisogna agire subito“, ha ribadito accennando anche ai caschi blu della cultura, un tema su cui Franceschini è fortemente impegnato. Sempre sul tema della guerra in Ucraina il ministro ci ha tenuto a condannare gli episodi di russofobia su autori e artisti russo, “bisogna distinguere questo da manifestazioni ufficiali e istituzionali del governo russo, quelle si bandite” ed ha definito “coraggiosa” la decisione dell’Ermitage che lascerà in Italia fino alla fine della mostra Gran tour alle Gallerie d’Italia di Milano le opere arrivate in prestito, mentre il governo russo aveva chiesto l’immediata restituzione.

Per il ministro “nei momenti difficili bisogna pensare anche al dopo, ossia alla cultura. La cultura è un grande strumento per avvicinare i popoli e prevenire le guerre. L’Italia è una superpotenza culturale, non solo per il nostro patrimonio storico ma anche per le grandi capacità del presente, la cultura è uno strumento fondamentale per la diplomazia e la politica estera“.

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