Secondo un nuovo studio, i livelli della HCFC-141b, una sostanza chimica che distrugge l’ozono, stanno misteriosamente aumentando, nonostante gli sforzi internazionali per metterla al bando. “Tutto quello che posso davvero dire e’ che queste emissioni sono aumentate“, afferma Luke Western, scienziato presso il Laboratorio di monitoraggio globale della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), che ha contribuito a guidare la nuova ricerca.
Nel 2018, i ricercatori avevano gia’ riferito che i livelli della sostanza chimica vietata CFC-11, anch’essa distruttiva per l’ozono, erano in aumento rispetto al 2012. Un panel internazionale concluse allora che l’aumento era probabilmente dovuto alla produzione illecita in gran parte nella Cina orientale del CFC-11, forse perche’ scarseggiava la HCFC-141b, allora utilizzata in sostituzione del CFC-11 in quanto meno distruttiva per l’ozono. I rilasci di CFC-11 hanno ricominciato a diminuire nel 2019 e ormai anche la produzione di HCFC-141b dovrebbe essere in calo.
Sostituita da un gruppo di sostanze chimiche che non danneggiano lo strato di ozono, la sua eliminazione e’ iniziata nel 2013, con un divieto completo previsto per il 2030. Eppure ora gli scienziati affermano che i livelli atmosferici di HCFC-141b stanno aumentando. Le emissioni sono aumentate ogni anno tra il 2017 e il 2021, con un aumento di 3000 tonnellate dal 2017 al 2020, stimano i ricercatori. I risultati, basati su una combinazione di misurazioni da sensori e modelli computerizzati di come i gas si muovono nell’atmosfera, sono stati pubblicati da “Atmospheric Chemistry and Physics”, sebbene il documento non sia stato ancora sottoposto a revisione paritaria.
I risultati dei sensori in Corea del Sud suggeriscono che il problema non provenga dalla Cina orientale. Sembra provenire da qualche parte nell’emisfero settentrionale, perche’ i livelli sono aumentati piu’ velocemente li’ che nel sud. L’ascesa della nuova sostanza chimica non sembra, dunque, essere una ripetizione dell’incidente col CFC-11, afferma Stephen Montzka, che dirige il laboratorio di monitoraggio della NOAA e ha guidato il lavoro che ha scoperto le emissioni di CFC-11. “Penso che nel caso del 141b la situazione sia molto piu’ oscura“, dice. Una possibilita’ e’ che l’HCFC-141b venga prodotto, clandestinamente, da qualche parte nel mondo, aggiunge Montzka. Ma il problema potrebbe anche essere innescato quando apparecchi obsoleti vengono gettati via rilasciando il gas.