Caltanissetta è la città siciliana certamente meno conosciuta per le rotte turistiche di massa rispetto a tutti gli altri capoluoghi di provincia della Sicilia, eppure cela una serie di bellezze artistiche e storiche che non hanno nulla da invidiare a quelle delle altre città. Inoltre, la città si trova in una posizione strategica che consente di spostarsi agevolmente verso molte altre mete turistiche come Agrigento, Enna, Leonforte, Aidone, Piazza Armerina, Caltagirone e altri luoghi incantati della Sicilia centrale, forse la più genuina, certamente la più lenta e selvaggia che mantiene ritmi e tradizioni dei secoli scorsi, lontana dallo stress della modernità.
La particolarità principale di Caltanissetta è quella di mantenere viva la tradizione araba della città in un presente particolarmente multiculturale: non è infatti la città più araba della Sicilia soltanto per storia, tradizioni e monumenti, ma anche per il numero di stranieri particolarmente concentrati nel centro storico dove vivono perfettamente integrati alla società. Si tratta in modo particolare di marocchini, nigeriani, somali, pakistani e afghani: nei vicoli del centro, concepiti proprio in stile arabo, è più frequente incontrare donne con il velo che senza.
E non è un caso se lo storico patrono della città sia proprio il Cristo nero: le tracce del dominio arabo nella storia città non sono soltanto quelle dei resti del castello di Pietrarossa, il “castello delle donne“, ma vivono nella quotidianità di un centro storico composto da quattro quartieri storici di cui buona parte mantiene un’architettura urbana prettamente araba, in modo particolare quello più antico, cioè il quartiere di San Domenico. I vicoli stretti, il colore bianco, la tipologia delle costruzioni richiamano proprio alle peculiarità architettoniche arabe.
Ma Caltanissetta è anche una città circondata da attrazioni naturalistiche di grande pregio, su tutte le Maccalube che si trovano sulla Collina dei vulcanelli, e la riserva naturale orientata di Monte Capodarso e Valle dell’Imera Meridionale, di recente inserita nell’elenco dei siti di importanza comunitaria e nel Network dei Geoparchi europei. Sempre a Caltanissetta il Museo mineralogico e paleontologico della Zolfara che documenta l’attività mineraria delle antiche zolfare, storica risorsa trainante per l’economia nissena, e il Museo Archeologico Regionale (che necessiterebbe di migliori indicazioni stradali), dove sono custoditi straordinari reperti millenari e in modo particolare vasi decorati risalenti ad oltre duemila anni fa e tante antiche collezioni di monete per gli appassionati di numismatica. Nei pressi del Museo Archeologico, sorge l’abbazia di Santo Spirito, una bellissima e ben conservata chiesa di origine normanna dove i monaci diedero vita all’Amaro Averna, che ancora oggi si produce a Caltanissetta con le erbe locali. In città possibile visitare anche il museo dell’amaro presso lo stabilimento.
A poco più di un chilometro dall’abbazia di Santo Spirito è possibile raggiungere il monumento al Redentore che svetta sull’omonima collina regalando la più bella vista sulla città. Da segnalare anche un’imponente antenna radiotrasmittente RAI che, con i suoi 286 metri di altezza, è la struttura in assoluto più alta d’Italia: sorge sulla collina di Sant’Anna e non è più in funzione da tempo, ma il Comune l’ha acquistata realizzando un parco pubblico attrezzato, evitando che venga abbattuta cancellando per sempre un simbolo storico dal grande valore identitario e culturale per la città.
Dal punto di vista artistico, da segnalare la Cattedrale completamente affrescata dal pittore fiammingo Guglielmo Borremans. Particolarmente bella anche la Chiesa di Sant’Agata al Collegio.