Covid, Crisanti: “nuove varianti più infettive per i vaccinati”

Dopo la variante Omicron 3, in Italia è stata già isolata la nuova sotto variante BA.4 di Omicron in due laboratori, uno a Reggio Calabria e l’altro a Monza
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Non sono più contagiose, semmai sono più infettive per i vaccinati“. E’ quanto risposto da Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Microbiologia molecolare all’Università di Padova, intervistato dall’agenzie Dire in merito alla diffusione in Italia delle nuove varianti Omicron 3 e 4. “Questo accade – ha spiegato Crisanti – perché queste varianti non vengono riconosciute dal vaccino”.

Dopo la variante Omicron 3, intanto, in Italia è stata già isolata la nuova sotto variante BA.4 di Omicron in due laboratori, uno a Reggio Calabria e l’altro a Monza. Ne arriveranno delle altre? “Il punto non è fare la ‘collezione’ delle varianti- ha risposto il microbiologo alla Dire- ma vedere se hanno o meno una capacità di diffusione, sono due cose completamente diverse”. Al momento, però, di loro se ne sa “ancora pochissimo, probabilmente hanno una contagiosità un po’ più elevata per i vaccinati, ma tutto qui”.

Secondo alcuni esperti la nuova variante Omicron sarebbe diversa dalle altre perché ha una capacità straordinaria di evolversi. Ma cosa cambia rispetto agli altri virus? “Nulla, ci sono alcuni virus che cambiano in continuazione, altri un po’ meno – ha precisato Crisanti – dipende molto dalla biologia del virus”. Ad oggi ogni nuova subvariante si è mostrata più abile nell’infettare rispetto alla precedente, questo perché “il processo evolutivo va in quella direzione, cioè la spinta evolutiva è proprio verso la capacità riproduttiva. Quindi è logico – ha detto l’esperto – che si avvantaggiano le varianti più infettive”.

In Sudafrica si va addirittura verso la quinta ondata, mentre si sono già diffuse ampiamente le varianti Omicron 4 e 5. Arriveranno anche da noi? “Se sono in Sudafrica – ha risposto Crisanti alla Dire – prima o poi arriveranno anche in Italia, è inevitabile”.

In merito all’utilizzo della mascherina, ancora obbligatoria al chiuso fino al 15 giugno su trasporti, per spettacoli e in strutture socio-sanitarie, il microbiologo ha detto: “La mascherina protegge molto bene, il problema è che a livello di popolazione non ha molto effetto. Se ci mettiamo la mascherina al supermercato, ma poi la togliamo quando andiamo al ristorante o in discoteca, la mascherina durante la giornata avrà un impatto del 10%, se tutto va bene. La mascherina protegge chi la usa in continuazione e in modo diligente”.

Infine, secondo Crisanti, lo scenario futuro “dipende moltissimo dalla durata della vaccinazione e da quante persone si infettano durante questo periodo più persone si infettano e più saremo protetti”. Ma una ennesima ondata ce la dobbiamo aspettare? “Se noi oggi paradossalmente mettessimo delle restrizioni per proteggere i fragili di fatto il virus circolerebbe di meno e avremmo un problema maggiore a settembre/ottobre. Cosa diversa, invece, è permettere al virus di circolare tra le persone sane e proteggere i fragili Non ci sono alternative a questo approccio”, ha concluso Crisanti.

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