Covid, la parola agli psicologi: “non possiamo garantire la continuità nelle cure”

Gli psicologi lanciano un grido di allarme, preoccupati del fatto di non poter garantire la continuità nelle cure ai loro pazienti
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La storica emittente padovana Radiogamma5 ha dato voce agli psicologi: mentre in questo contesto è in atto un’emergenza post-pandemia, i professionisti lanciano un grido di allarme e attirano l’attenzione sul problema, preoccupati del fatto di non poter garantire la continuità nelle cure a causa delle sospensioni dovute al rifiuto vaccinale.

La dott.ssa Federica Bertelli, psicologa e psicoterapeuta ha affermato di avere osservato, nella pratica clinica, un aumento delle sindromi ansiose e di isolamento “date dalla continua esposizione all’incessante allarmismo mediatico e persone che hanno fatto della mascherina una seconda pelle tanto da vergognarsi a toglierla, usciamo dalle eggregore e ragioniamo con la nostra innata saggezza!

La dott.ssa Stefania Brotto, psicologa, psicoterapeuta e logopedista, si è chiesta come sia possibile che prima della pandemia “abbandonare” un paziente era considerato motivo di sospensione e invece adesso sono proprio gli ordini a sospendere. La professionista ha denunciato anche la scarsa sensibilità nel riconoscerle un’esenzione comunque certificata per motivi medici.

La dott.ssa Lorella Versari, psicologa e psicoterapeuta, sospesa il 2 settembre, ha invitato i colleghi ad informarsi su ciò che sta succedendo a coloro che sono stati sospesi: “Non perdete la capacità critica colleghi“. “Io mi sentirei stuprata se dovessero obbligarmi a vaccinarmi“.

La dott.ssa Giovanna Zanin, psicologa e psicoterapeuta, ha dichiarato: “Mi pongo due domande: perché il mio avvocato può ricevermi nel suo studio senza l’obbligo di essere vaccinato e io con le stesse misure di protezione non posso ricevere i pazienti nel mio studio se non sono vaccinata? Perché lo psicologo e psicoterapeuta non può lavorare online se non vaccinato? Quale sarebbe il pericolo di contagio? Potrebbe essere il timore di un contagio di idee“.

Secondo il dott. Paolo Russo, psicologo e psicoterapeuta, “il diritto alla cura non può e non deve essere intaccato“. “La nostra professione cura se c’è una continuità assistenziale, noi professionisti siamo persone e per questo non siamo intercambiabili“. “Essere psicologi significa garantire un rapporto di cura con il paziente fino a quando non si è raggiunto un obiettivo terapeutico. Cerchiamo di affermare il diritto di esercitare quello per cui ci siamo formati, in cui siamo competenti come va fatto, non modificato con leggi e reso qualcosa che non è più quella pratica e quell’arte che garantisce risultati e che abbiamo imparato e studiato noi che ci occupiamo di anima, di corpo e di mente!

Io sono abilitato a una professione che ho praticato in scienza e coscienza e mi sono trovato fuori da tutto, dal lavoro e dalla vita civile“, “che crimine ho commesso?” si è chiesto il dott. Ferruccio Gobbato Psicologo e Psicoterapeuta. “A quale criminale si fa vivere una vita così solo per non aver assunto un farmaco?

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