Una bocca effusiva si è aperta ieri mattina nella parte alta della desertica Valle del Bove dell’Etna: lo ha comunicato l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Osservatorio Etneo. Una spettacolare immagine è stata “catturata” da Sentinel-2, la missione satellitare dell’ESA: il rosso della lava si staglia tra il nero della lava e le nubi bianche. L’allerta gialla è in vigore dallo scorso 20 maggio.
“La quota del punto di emissione lavica è di circa 2800 m sopra il livello del mare,” ha precisato l’INGV ieri riferendosi alla nuova bocca. L’ampiezza media del tremore, “dopo un rapido decremento osservato nel pomeriggio di giorno 28, oscilla su valori medio-alti. La localizzazione delle sorgenti è nell’area del cratere di Sud Est ad una profondità di circa 3000 metri. L’attività infrasonica è bassa e localizzata nell’area del cratere Bocca Nuova“. Infine, i segnali delle deformazioni del suolo “registrati alle reti permanenti di monitoraggio GNSS e clinometrica (tilt) nelle ultime ore non mostrano variazioni significative“.
Livello d’allerta gialla per l’Etna
Dalle valutazioni emerse durante la riunione del 20 maggio 2022 con i Centri di Competenza e il Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana, il Dipartimento della Protezione Civile ha disposto, per il vulcano Etna, il passaggio di livello di allerta da “verde”, che corrisponde all’attività ordinaria, al livello “giallo”, e la conseguente attivazione della fase operativa di “attenzione”. Tale valutazione è basata sulle segnalazioni delle fenomenologie e sulle valutazioni di pericolosità rese disponibili dai Centri di Competenza che per l’Etna sono l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Osservatorio Etneo e Sezione di Palermo), il Dipartimento Scienza della Terra dell’Università di Firenze e il Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente.
L’innalzamento del livello determina il potenziamento del sistema di monitoraggio del vulcano e l’attivazione di un raccordo informativo costante tra la comunità scientifica e le altre componenti e strutture operative del Servizio nazionale della protezione civile. Il Dipartimento della Protezione Civile condivide tali informazioni con la struttura di protezione civile della Regione Siciliana che, soprattutto in relazione a scenari di impatto locale, allerta le strutture territoriali di protezione civile e adotta eventuali misure in risposta alle situazioni emergenziali.
Indipendentemente dalle fenomenologie vulcaniche di livello locale, che possono avere frequenti variazioni, persiste una situazione di potenziate disequilibrio del vulcano. Occorre quindi tener presente che i passaggi di livello di allerta possono non avvenire necessariamente in modo sequenziale o graduale, essendo sempre possibili variazioni repentine o improvvise dell’attività, anche del tutto impreviste.