Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, gli economisti tedeschi hanno discusso dell’impatto del congelamento dell’approvvigionamento di gas russo sull’economia tedesca. Secondo un nuovo studio, un embargo avrebbe conseguenze drammatiche per l’economia.
Un brusco arresto della fornitura di gas naturale russo farebbe crollare il prodotto interno lordo tedesco tra il 3% e l’8% nei primi dodici mesi, calcola Tom Krebs, Professore di economia a Mannheim, in uno studio finanziato dall’istituto di macroeconomia e ricerca economica. Inoltre, secondo l’economista, uno shock sui prezzi dell’energia porterebbe a un crollo della domanda di beni perché i consumatori sarebbero più preoccupati. Ciò potrebbe ridurre la produzione economica di un ulteriore 2-4%.
In caso di embargo sul gas da parte europea o russa, ci si aspetterebbe un crollo economico ai livelli dell’anno 2020 per il coronavirus o della crisi finanziaria del 2009, scrive il Professore di economia. Ma c’è anche la possibilità di una crisi economica “come la Germania occidentale non ha vissuto dalla Seconda Guerra Mondiale”, avverte Krebs, che è anche un esperto del Bundestag tedesco.
Le conseguenze di un fermo dell’approvvigionamento energetico per l’economia tedesca sono da mesi oggetto di acceso dibattito tra gli esperti: alcuni ricercatori ritengono gestibili le conseguenze. In uno studio scritto con i colleghi, l’economista Rüdiger Bachmann, che insegna negli USA, prevede un crollo massimo del 3%. Anche l’Accademia delle Scienze Leopoldina aveva definito “gestibili” le conseguenze di un blocco delle forniture.
I ricercatori economici sono in disaccordo soprattutto sui cosiddetti effetti a cascata o di secondo impatto. Si verificano quando le industrie chiave devono chiudere o interrompere la produzione su tutta la linea e altre industrie poi mancano di prodotti intermedi chiave. Secondo l’economista Krebs, sarebbe difficile smorzare questi effetti. Secondo lo studio, il gas naturale viene utilizzato nell’industria tedesca, ad esempio nei settori dell’ingegneria chimica, alimentare e meccanica e della costruzione di veicoli, e difficilmente può essere sostituito.
Secondo lo studio, c’è il rischio di più fallimenti aziendali o delocalizzazione della produzione e un “aumento significativo della disoccupazione” in caso di stop al gas. La politica economica e monetaria difficilmente può prendere contromisure. In considerazione della spesa per attutire la crisi del coronavirus e l’elevata inflazione, le sue opzioni sono limitate. Gli shock sui prezzi di energia e cibo “hanno colpito prevalentemente i redditi bassi e medi, tanto che le tensioni sociali sono esacerbate”.