A rischio la tundra siberiana, che potrebbe sparire nei prossimi decenni: è quanto prospetta una ricerca pubblicata su eLife, condotta dagli scienziati dell’Alfred Wegener Institute, che è giunta a questo conclusione dopo avere sviluppato delle simulazioni computerizzate per prevedere lo sviluppo e le prospettive di questa regione, che ospita un mix unico di flora e fauna. Il team, guidato da Ulrike Herzschuh e Stefan Kruse, ha scoperto che saranno necessarie azioni mirate ed efficaci per salvare almeno il 30% della tundra siberiana almeno fino alla metà del millennio.
Il gruppo di esperti ha esaminato una serie di scenari, prendendo in considerazione variabili come riscaldamento globale ed emissioni inquinanti: è emerso che, in uno scenario di emissioni elevate, si potrebbe registrare un drastico aumento delle temperature medie estive nell’Artico, che entro il 2100 potrebbero essere fino a 14°C più elevate rispetto alla media preindustriale. “In questo caso assisteremmo a cambiamenti importanti sulla terraferma. Le vaste distese della tundra in Siberia e nel Nord America saranno notevolmente ridotte. Nella peggiore delle ipotesi, non ci sarà praticamente nessuna superficie coperta dalla tundra entro la metà del millennio,” ha spiegato Herzschuh.
“Il modello – spiegano gli autori – riproduce l’intero ciclo di vita dei larici siberiani nella zona di transizione alla tundra, dalla produzione e distribuzione dei semi, alla germinazione, fino allo stadio di alberi completi. In questo modo, possiamo rappresentare in modo molto realistico il limite del bosco che avanza e modellare la simulazione in modo accurato“.
“Anche nello scenario più ottimistico potremmo perdere percentuali significative di questi preziosi ecosistemi. E’ davvero importante intensificare ed espandere le misure di protezione e le aree protette nella tundra siberiana, in modo da preservare la biodiversita’ di queste zone,” ha concluso Eva Klebelsberg, Project Manager Protected Areas and Climate Change del WWF Germania.