Madagascar bersagliato dai cicloni: almeno 214 morti dall’inizio dell’anno

"Sei fenomeni meteorologici tropicali hanno colpito il Madagascar tra gennaio e aprile, uccidendo almeno 214 persone", comunica l'ONU
MeteoWeb

È stata una prima parte di 2022 funestata dai cicloni in Madagascar, che hanno provocato devastazione e morte. Secondo una nota dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari dell’ONU, tempeste tropicali e uragani hanno causato almeno 214 vittime e colpito piu’ di mezzo milione di persone dall’inizio dell’anno nel Paese. “Sei fenomeni meteorologici tropicali hanno colpito il Madagascar tra gennaio e aprile, uccidendo almeno 214 persone e colpendo circa 571.100 persone nel Paese”, si legge nella nota.

La stagione dei cicloni nell’Africa meridionale va generalmente da ottobre-novembre ad aprile. A gennaio, la tempesta tropicale Ana ha portato forti piogge e inondazioni sulla grande isola dell’Oceano Indiano. 55 persone sono rimaste uccise e circa 131.500 colpite principalmente nel centro-nord del Paese. A febbraio, i cicloni Batsirai ed Emnati hanno colpito la costa orientale in rapida successione, distruggendo migliaia di case e i raccolti, contribuendo ad aumentare l’insicurezza alimentare nella regione. Circa 136 persone sono morte mentre 423.800 sono quelle colpite.

Tra i due cicloni, si è abbattuta anche la tempesta tropicale Dumako, che ha colpito il nord-est a meta’ febbraio, provocando la morte di 14 persone. Infine, all’inizio di marzo, la tempesta Gombe non ha causato danni significativi, ma la moderata tempesta tropicale Jasmine che e’ seguita a fine aprile ha ucciso cinque persone e ne ha colpite piu’ di 4.800.

Allo stesso tempo, la situazione in una vasta area del sud colpita da una grave siccita‘ e’ rimasta critica. Piu’ del 61% della regione e’ stata colpita da un’estrema siccita’ alla fine di febbraio, secondo l’Unicef. “L’insicurezza alimentare e la malnutrizione sono migliorate nel primo trimestre del 2022”, grazie all’assistenza umanitaria prestata durante l’intervallo tra i raccolti, stima l’Onu. Ma le condizioni rimangono fragili con casi di malnutrizione acuta.

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