Un team di ricerca internazionale, guidato dal Leibniz Institute for Tropospheric Research (TROPOS) ha rivelato per la prima volta la presenza di idrotriossidi (ROOOH) in condizioni atmosferiche: fino ad ora vi erano state solo speculazioni sull’esistenza di questi composti organici con l’insolito gruppo OOOH. I risultati sono stati pubblicati su Science. “E’ davvero entusiasmante mostrare l’esistenza di una nuova classe universale di composti formati da precursori atmosferici prevalenti (RO2 e radicali OH),” ha affermato Henrik G. Kjaergaard dell’Università di Copenaghen.
E’ stata chiaramente dimostrata la formazione in esperimenti di laboratorio, durante l’ossidazione di importanti idrocarburi, come isoprene e alfa-pinene. Per mezzo di calcoli chimici quantistici e modelli di calcolo, sono stati stimati dati importanti su questa nuova classe di sostanze. Circa 10 milioni di tonnellate all’anno si formano nell’atmosfera terrestre attraverso l’ossidazione dell’isoprene. La durata dei ROOOH va da minuti a ore. I ricercatori del TROPOS, dell’Università di Copenaghen e del California Institute of Technology sono stati in grado di fornire per la prima volta prove dirette del fatto che la formazione di idrotriossidi avviene anche sotto condizioni atmosferiche dalla reazione dei radicali perossidici (RO2) con i radicali idrossilici (OH). Le indagini di laboratorio sono state principalmente eseguite in un tubo di flusso a getto libero a temperatura ambiente e una pressione di un bar, combinato con l’uso di spettrometri di massa molto sensibili.
Gli idrotriossidi rappresentano una classe di sostanze nell’atmosfera finora inosservata, i cui effetti sulla salute e sull’ambiente devono essere studiati: “E’ molto sorprendente che queste molecole interessanti siano così stabili con un contenuto di ossigeno così elevato. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare il ruolo degli idrotriossidi per la salute e l’ambiente“, ha spiegato Torsten Berndt di TROPOS.
“Il nostro studio ha dimostrato che l’osservazione diretta degli idrotriossidi mediante spettrometria di massa è fattibile. Ciò significa che ora è possibile studiare ulteriormente questi composti in diversi sistemi, inclusa, forse, la quantificazione della loro abbondanza nell’ambiente,” ha concluso Paul O. Wennberg del Caltech.