Una nuova scansione della Grande Piramide di Giza, utilizzando i raggi cosmici, potrebbe rivelare i segreti di due misteriosi vuoti al suo interno. Il più grande dei due vuoti si trova appena sopra la grande galleria – un passaggio che conduce a quella che potrebbe essere la camera del faraone Cheope – ed è lungo circa 30 metri e alto 6, secondo precedenti scansioni. Gli archeologi non sanno cosa potrebbe trovarsi nei vuoti, che potrebbero essere una vasta area o più stanze piccole. Sperano anche di scoprire la funzione di quel vuoto: la possibilità più suggestiva è quella secondo cui l’apertura potrebbe essere la camera funeraria nascosta di Cheope. Una possibilità più banale è che la cavità abbia avuto un ruolo nella costruzione della piramide. Le scansioni precedenti hanno anche rivelato un secondo vuoto, molto più piccolo, appena oltre la parete Nord della piramide. Anche il suo scopo non è chiaro.
Costruita per il faraone Cheope (regno dal 2551 a.C. al 2528 a.C. circa), la Grande Piramide di Giza è la più grande piramide mai costruita nell’antico Egitto ed è l’unica meraviglia sopravvissuta del mondo antico.
Tra il 2015 e il 2017, il progetto “Scan Pyramids” ha eseguito una serie di scansioni che hanno analizzato i muoni – particelle cosmiche che cadono regolarmente sulla Terra – per rilevare eventuali vuoti: le scansioni hanno rivelato entrambi i vuoti nel 2017.
Ora, un nuovo team sta pianificando di scansionare di nuovo la Grande Piramide, ma questa volta con un sistema più potente che analizzerà i muoni in modo più dettagliato. I muoni sono particelle elementari a carica negativa che si formano quando i raggi cosmici si scontrano con gli atomi nell’atmosfera terrestre: queste particelle ad alta energia cadono costantemente sulla Terra (sono innocue). Poiché si comportano in modo diverso quando interagiscono con diversi materiali, i ricercatori possono utilizzare rilevatori supersensibili per individuare le particelle e mappare le aree che non possono esplorare fisicamente, come con la Grande Piramide.
“Abbiamo in programma di mettere in campo un sistema di telescopi che abbia una sensibilità fino a 100 volte superiore all’attrezzatura che è stata utilizzata di recente alla Grande Piramide,” ha spiegato un team di scienziati in un paper pubblicato sul server di prestampa arXiv (devono ancora essere esaminati da altri scienziati del settore).
“Poiché i rivelatori proposti sono molto grandi, non possono essere collocati all’interno della piramide, quindi la nostra strategia è metterli all’esterno e spostarli lungo la base. In questo modo possiamo raccogliere muoni da tutte le angolazioni in modo da raccogliere il set di dati richiesto,” ha affermato il team nel paper. “L’uso di telescopi per muoni molto grandi posizionati all’esterno della Grande Piramide può produrre immagini con una risoluzione molto elevata a causa dell’elevato numero di muoni rilevati,” hanno aggiunto.
I rivelatori sono così sensibili, hanno sottolineato i ricercatori, che potrebbero persino rivelare la presenza di artefatti all’interno dei vuoti. Se “pochi m³ sono pieni di materiale (come ceramica, metalli, pietra o legno), dovremmo essere in grado di distinguerlo dall’aria,” ha dichiarato a Live Science Alan Bross, scienziato del Fermi National Accelerator Laboratory, coautore del paper.
Anni di osservazione
Il team ha ricevuto l’approvazione dal Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano per condurre le scansioni, ma servono di fondi per costruire l’attrezzatura e posizionarla accanto alla Grande Piramide.
“Stiamo cercando sponsor per l’intero progetto,” ha affermato Bross. “Una volta che avremo i fondi, crediamo che ci vorranno circa 2 anni per costruire i rivelatori“. Attualmente, il gruppo ha fondi sufficienti solo per condurre simulazioni e progettare alcuni prototipi, ha spiegato Bross.
Una volta dispiegati, i telescopi avranno bisogno di un po’ di tempo per raccogliere i dati. “Una volta posizionati i telescopi dopo circa un anno di osservazione, prevediamo di avere risultati preliminari. Avremo bisogno di 2 o 3 anni di osservazione per raccogliere dati sui muoni sufficienti per raggiungere la piena sensibilità per lo studio della Grande Piramide,” ha concluso Bross.