L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto di adottare misure per evitare un’ulteriore diffusione del vaiolo delle scimmie nei Paesi in cui non è endemico: “L’identificazione di casi confermati e sospetti senza alcuna storia di viaggio nelle aree di endemia in più Paesi è atipica, quindi c’è urgente necessità di aumentare la consapevolezza relativa a questa malattia e di praticare una ricerca dei casi, provvedendo ad isolarli e curarli, tracciare i contatti e fornire cure per prevenire ulteriori contagi,” ha comunicato l’OMS. Secondo l’Organizzazione, i casi riportati finora in Europa, Nord America e Australia hanno riguardato principalmente uomini che hanno avuto relazioni sessuali con altri uomini ma è molto probabile che casi emergano in altri settori della popolazione e in altri Paesi.
I Paesi in cui il virus è endemico sono Benin, Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Ghana (solo negli animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone e Sud Sudan.
Il vaiolo delle scimmie causa sintomi lievi come eruzioni cutanee, febbre e pustole, ma può anche provocare effetti gravi. Per l’OMS per ora non sono necessarie restrizioni o divieti di viaggio: l’Organizzazione ha sottolineato che le misure preventive adottate per il Covid sono efficaci anche contro il vaiolo delle scimmie.
Fino alle 13 di ieri, l’OMS ha registrato 92 casi in Paesi in cui la malattia non è endemica, con altri 28 casi sospetti, distribuiti in 12 Stati ubicati in 3 regioni del pianeta (Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e Stati Uniti d’America). Finora tutti i contagi sono dovuti al ceppo dell’Africa Occidentale del virus. Il sequenziamento genomico di un caso in Portogallo indica una stretta somiglianza con i casi esportati dalla Nigeria nel Regno Unito, Israele e Singapore nel 2018 e 2019.